Perugia, 5 ottobre 2011 - Raffaele Argiro, vicecapo del carcere di Capanne di Perugia, dove era detenuta Amanda Knox, era ''fissato'' col sesso e voleva sapere con chi avesse fatto sesso la giovane americana e cosa le piacesse fare sotto le lenzuola. Lo sostiene il tabloid britannico Sun che cita i diari sulla prigionia scritti dalla Knox. Argiro smentisce però con l'ANSA questa ricostruzione, negando anche categoricamente di averla confermata al giornale inglese.

''Era fissato sul sesso'', si legge. ''Con chi l'ho fatto, e come mi piace farlo''. Ma non è tutto. Stando alla Knox, Argiro l'accompagnava a ''quasi tutte le mie visite mediche - due volte al giorno - e di notte mi convocava al terzo piano, in un ufficio vuoto, per una chiacchierata''. ''Quando gli ripetevo che dell'omicidio di Meredith io non ne sapevo nulla - prosegue il racconto di Amanda - cercava di parlarmi di lei o di portarmi verso l'argomento sesso''.

Su questo punto la giovane americana dice di essersi mostrata ''sorpresa e scandalizzata'' a causa di queste ''provocazioni''. Eppure dice anche di ''comprendere'' che Argiro la stesse ''testando'' per controllare le sue reazioni, per ''comprendere la mia personalita' - in quanto assassina, suppongo''. ''Voleva sapere con chi ero andata a letto probabilmente per dare alla polizia i nomi di altri sospetti''.

Argiro, rintracciato dal Sun, ha confermato di aver chiesto in privato ad Amanda quanti amanti avesse avuto ma allo stesso tempo ha aggiunto: ''era sempre lei che iniziava a parlare di sesso''. Il vicecapo ha anche ammesso che era presente al primo test Aids a cui venne sottoposta la Knox nonostante questo fosse contro la legge sulla privacy. ''I medici - si e' difeso - mi hanno voluto li' in caso di reazione violenta''. ''Non e' assolutamente vero nulla di tutto questo'' ha replicato all'Ansa Argiro. ''Cosi' come non e' assolutamente vero - ha aggiunto - che ho confermato queste cose al Sun''.

 

I LEGALI DI AMANDA

Amanda Knox ''non si è mai lamentata del comportamento dell'ispettore della polizia penitenziaria Raffaele Argiro''' e ''non ha mai fatto  il suo nome'': a dirlo sono i difensori dell'americana, gli avvocati Carlo Dalla Vedova e Luciano Ghirga, commentando con l'ANSA quanto riportato oggi dal tabloid Sun.
La ricostruzione proposta dal giornale britannico si riferisce al secondo memoriale scritto dalla giovane di Seattle mentre si trovava nel carcere di Perugia. ''Nel diario - sottolinea l'avvocato Ghirga - Amanda non fa mai il nome di Argiro'''.
 

''Siamo grati all'amministrazione penitenziaria di Capanne - evidenzia poi l'avvocato Dalla Vedova - per la collaborazione data anche alle esigenze della famiglia. Amanda non ha mai rilevato violazioni nei suoi confronti. Ha ricevuto un trattamento assolutamente corretto e la massima solidarieta', nel rispetto dei ruoli, in particolare nella sezione femminile''. Argirò e' stato fino al giugno scorso vicecomandante della polizia penitenziaria del carcere perugino. Attualmente e' vicecoordinatore del nucleo traduzioni della stessa struttura.