Perugia, 4 ottobre 2011 -  LEI SCOPPIA in lacrime, in singhiozzi. Lui, invece, rimane impasssibile mentre la piazza del tribunale, quattromila persone, insorge contro la sentenza: «Assassini, vergogna». Sono bastati 60 secondi per cambiare due vite. Senza emozione, con la cadenza istituzionale della giustizia, il presidente della corte d’Appello, Claudio Pratillo Hellmann scandisce: «Nel nome del popolo italiano... assolve Amanda Knox e Raffaele Sollecito dai reati loro ascritti per non aver commesso il fatto». Non uccisero Meredith Kercher, sgozzata con una coltellata il primo novembre di quattro anni fa. Non la violentarono. Loro non c’erano. Per la Knox, resta l’unica condanna a tre anni per aver calunniato Patrick Lumumba, il ‘nero’ innocente.

 

NELL’AULA degli Affreschi del Palazzaccio di Perugia esplode la felicità: la Corte dispone «l’immediata liberazione» degli ex fidanzatini dopo 1450 giorni trascorsi in cella. Ma, contemporaneamente, demolisce il castello accusatorio della procura e sconfessa il libero convincimento di ben ventisei giudici, compresi dieci della Cassazione. Una sentenza attesa undici ore, quasi data per scontata dal ‘partito degli innocentisti’. Mentre Amanda pregava e cantava in chiesa, e mentre Raffaele se ne stava, come sempre, raggomitolato su se stesso. Aspettando e sperando che qualcuno gli restituisse il futuro, con la paura che «la giustizia sbagli un’altra volta». E invece no. La giustizia stavolta ha detto che sono innocenti.
 

 

Ma Perugia protesta, come può. Fuori di palazzo di giustizia si urla ‘assassini’, ‘vergogna’ e si fischiano i legali degli imputati. Sulla decisione della Corte — il presidente, il giudice a latere Massimo Zanetti, sei giudici popolari tra cui un solo uomo — deve aver pesato come un macigno la perizia genetica disposta in appello, su richiesta delle difese. E quell’ordinanza, del 18 dicembre 2010, che poneva la prova scientifica al primo posto, nel lungo e difficile elenco di indizi, e rimetteva in ballo l’intero processo e le condanne comminate in primo grado (26 anni per la Knox e 25 per Sollecito), per decidere «al di là di ogni ragionevole dubbio». A nulla è valsa la difesa dell’indagine e della prima sentenza fatta dalla procura generale. «Amanda e Raffaele hanno ucciso per niente — aveva sostenuto il pm Manuela Comodi nelle repliche —, ma hanno ucciso e per questo devono essere condannati al massimo della pena che, in Italia fortunatamente, non è quella di morte». «Non ho ucciso, non ho violentato, non ero là. Voglio tornare a casa. Io sono innocente, Raffaele è innocente» aveva detto ieri mattina Amanda, la voce rotta dall’emozione, nell’ultima «difesa» consentita. E lui, Raffaele, «il signor nessuno per cui è stato chiesto il carcere a vita» si era tolto quel braccialetto con scritto ‘Amanda e Raffaele liberi’. Ne voleva fare omaggio ai giudici ma è finito nella borsa del suo difensore.
 

 

LA CORTE ha creduto loro. E lei è ora libera di volare negli States. Lui, chissà. Di verdetto «frutto del più clamoroso errore degli ultimi anni» parla la pma Comodi. «Faremo ricorso per Cassazione» annuncia il procuratore generale Giancarlo Costagliola, «e sarà proprio la Cassazione a fare giustizia», ha aggiunto il pm Giuliano Mignini, che si è scagliato contro i mass media: «Una Caporetto dell’informazione. Mai visto una tale pressione mediatica, non si può andare avanti così». Rudy Guede resta dunque l’unico colpevole del delitto di via della Pergola. Uccise «in concorso», hanno stabilito i Supremi giudici, Ma i suoi complici per ora sono solo fantasmi. 

di Erika Pontini
 

RAFFAELE SCRIVE A REMO CROCI DI "QUARTO GRADO"

Sono affidate ad una lettera indirizzata a Remo Croci, inviato di "Quarto Grado", le parole di sfogo di
Raffaele Sollecito accusato, con Amanda Knox, dell'omicidio di Meredith Kercher e assolto con lei ieri sera con formula piena dalla Corte d'assise d'appello di Perugia. Il ragazzo, condannato in primo grado a 25 anni di
reclusione, nella missiva denuncia il malessere e la sofferenza di questi ultimi quattro anni di carcere trascorsi
nell'attesa di un verdetto di assoluzione, che la sentenza della Corte d'Appello ha emesso da pochi minuti. Ecco il testo integrale della lettera di Sollecito, diffusa questa sera su Retequattro nel corso dello speciale "Quarto Grado-Il delitto di Perugia": "Egregio Signor Croci, sono passati quattro lunghissimi tragici anni, pieni di dolore e di speranza che la verita' sarebbe prima o poi venuta a galla, nonostante gli innumerevoli tentativi meschini di sopprimerla. Nella lunga sofferenza che Amanda ed io abbiamo dovuto patire e sopportare, abbiamo sempre cercato - si legge nella missiva - di non perdere mai la speranza". "Le perizie sono arrivate con enorme ritardo - denuncia il ragazzo - questo chiedere e richiedere cio' che era sempre stato nostro diritto, nel frattempo ha devastato le nostre famiglie e ha gettato via quattro lunghi anni delle nostre vite". E conclude: "Quello che abbiamo sofferto ci ha cambiato per sempre ma nonostante questo, spero che molti abbiano aperto gli occhi e comincino a considerare che non si gioca con la vita delle persone come si fa nelle competizioni sportive".

 

PASSAGGI SIGNIFICATIVI DELLA SENTENZA

Questi i passaggi piu' significativi del dispositivo della sentenza nei confronti di Amanda Knox e Meredith Kercher: ''In nome del popolo italiano, la Corte d'assise d'appello di Perugia... in parziale riforma della sentenza pronunciata in data 4-5 dicembre 2009 dalla Corte di assise di primo grado di Perugia, nei confronti di Knox Amanda e Sollecito Raffaele...: - dichiara Knox Amanda colpevole del reato di calunnia (ai danni di Patrick Lumumba, ndr)... e la condanna alla pena di anni tre di reclusione (...); - assolve entrambi gli imputati dai reati contestati ai capi A (omicidio, ndr), B (porto di coltello), C (violenza sessuale) e D (furto) per non aver commesso il fatto, e dal reato di cui al capo E (simulazione di reato) perche' il fatto non sussiste; - ordina l'immediata liberazione di Knox Amanda e Sollecito Raffaele se non detenuti per altra causa''.
 

 

REAZIONE DEI DETENUTI DEL CARCERE DI TERNI

Uno sbattere di oggetti metallici contro le porte delle celle: avrebbero scelto questo modo, alcuni detenuti del carcere di Terni, per festeggiare - cosi' e' stato spiegato - l'assoluzione di Raffaele Sollecito (insieme ad Amanda Knox) nel processo d'appello per l'omicidio di Meredith Kercher. Proprio a Terni, fino ad oggi, era recluso lo studente pugliese, che sta tornando in quell'istituto per essere poi scarcerato.

 

FUTURA META DI AMANDA

Seattle, la sua citta', o la Germania, dove vive una zia, sono le possibili mete di Amanda Knox, tornata libera oggi dopo la sentenza di assoluzione della corte d'appello di Perugia.

 

LE REAZIONI DI AVVOCATI E FAMILIARI

Avvocato Bongiorno (difesa Sollecito): "Sentenza attesissima da 4 anni, è il verdetto che aspettavamo. La sentenza non si è fermata alla mera apparenza". 'Raffaele - ha continuato  l'avvocato Bongiorno - mi ha voluto ringraziare prima del verdetto, perche' lui e' fatto cosi'. Era emozionato da giorni. C'e' chi lo manifesta con il pianto chi con il silenzio. Dopo la sentenza ci siamo abbracciati e lui tremava. Era emozionatissimo. Lui fa parte di quelli che hanno pudore dei sentimenti".

Luca Maori (difesa Sollecito) "Pensava di svenire prima della sentenza che lo ha assolto dall'accusa di aver ucciso Meredith Kercher insieme ad Amanda Knox Raffaele Sollecito". Lo ha riferito uno dei suoi difensori, Luca Maori lasciando il palazzo di Giustizia. ''Al momento della sentenza ci siamo abbracciati - ha detto il legale -, Raffale Piangeva. Prima della sentenza stava per svenire. Mi ha detto che non poteva stare fermo, pensava di cadere. Poi mi ha stretto forte la mano quando e' stata annunciata la condanna per calunnia di Amanda. Pensava di essere stato condannato per l'omicidio, ma noi sapevamo che non era cosi', che era un'assoluzione''.
Riguardo ai fischi che lo hanno accolto all'uscita dall'aula, l'avvocato Maori ha parlato di ''tifo da stadio''.

Carlo Dalla Vedova (difesa Amanda) La giustizia ha trionfato". E' il primo commento dell'avvocato Carlo Dalla Vedova, uno dei legali di Amanda Knox, dopo la sentenza. "I suoi genitori - ha aggiunto l'avvocato - sono quattro anni che aspettavano questa sentenza. Cosa mi hanno detto? Finalmente riportiamo Amanda a casa". Alla domanda su quando Amanda riacquistera' la liberta', l'avvocato ha risposto: "Appena espleteremo le pratiche, quindi a brevissimo". Amanda Knox desidera ''partire al piu' presto'', ha detto questa sera alla Cnn il suo legale, Carlo Dalla Vedova, aggiungendo che ''Amanda ama l'Italia, e' venuta qui' per questo, tornera'. Ma ora
vuole andare a casa''.

 

La sorella di Amanda:  ''E' finito un incubo''. Queste le prime parole della sorella di Amanda Knox, Diana, appena pronunciata dalla Corte d'Assise d'Appello di Perugia la sentenza di assoluzione per la studentessa americana e per l'ex fidanzato Raffaele Sollecito per l'omicidio di Meredith Kercher. ''Siamo felici che un incubo sia finito - ha detto Diana - Sono stati quattro anni di dolore per un crimine non commesso. Siamo grati agli avvocati che l'hanno assistita e le hanno voluto bene. Ma ora chiediamo la privacy di cui abbiamo bisogno''. 

 

Avvocato Sollecito all'uscita del Palazzo di Giustizia

Un forte applauso ironico, con grida ed insulti, ha salutato l'uscita dal Palazzo di giustizia del collegio difensivo di Raffaele Sollecito guidato dall'avvocato Luca Maori. La folla sta lentamente scemando da piazza Matteotti anche perché la protesta spontanea che si era innalzata dopo il verdetto si è spenta con l'ingresso, con tanto di megafono, del disturbatore televisivo per eccellenza, Paolini. Si cerca ancora di capire se i pm e l'avvocato della famiglia Kercher si presenteranno per fare dichiarazioni ai giornalisti, visto che oggi pomeriggio avevano detto che non avrebbero commentato fino a domattina.

Padre Sollecito: "E' evidente che Raffaele non ha nulla a che fare con la morte di quella povera ragazza: Finalmente mi hanno ridato mio viglio".

Sorella Amanda Knox: "Siamo grati che finalmente questo incubo sia finito, lei ha sofferto per 3 anni per un crimine che non ha commesso". La sorella di Amanda ha poi ringraziato gli avvocati "che l'hanno difesa in maniera geniale e le hanno voluto bene". Si è poi anche detta grata "per il sostegno avuto da tutto il mondo". Ora la famiglia Knox chiede di avere privacy per dare il tempo ad Amanda di "uscire da questo incubo".

 

Famiglia Kercher ''Rispettiamo la decisione dei giudici ma non comprendiamo come sia stato possibile
modificare completamente la decisione del primo grado''. Cosi' la famiglia di Meredith Kercher ha commentato la sentenza della corte di assise di appello di Perugia, che ha assolto Amanda e Raffaele. I familiari si dicono comunque ''fiduciosi del sistema giudiziario italiano'' e sperano ''che la verita' possa finalmente essere accertata''. 

 

Siti Usa sul delitto Meredith

La sentenza di assoluzione di Amanda Knox da parte della Corte d'Appello di Perugia apre tutti i siti dei media Usa. La Cnn titola ''La giuria torna indietro sull'accusa di omicidio'', la Abc: ''Il Verdetto: Amanda e' assolta'', il New York Times, ''Amanda Knox liberata dalla Corte italiana'', la Msnbc: ''Rovesciata la condanna di omicidio''.

 

Reazione della folla 

La folla invece grida  "Vergogna", fuori dal tribunale di Perugia dopo l'assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l'omicidio di Meredith Kercher. Ma dentro l'aula quando la sentenza è stata pronunciata è scoppiata la gioia: quella di Amanda, piegata in due dai singhiozzi liberatori, quella di Raffaele, quella degli avvocati e soprattutto dei familiari dei due ragazzi. La lettura della sentenza è iniziata in piena suspence, con l'annuncia di una "parziale riforma" del verdetto di primo grado, e poi la lettura della condanna per calunnia nei confronti di Amanda: 3 anni di carcere per il tentativo di accusare dell'assassinio il barista Patrick Lumumba. Ma quei tre anni sono già stati scontati dalla ragazza. Impietriti invece sono rimasti i familiari di Meredith Kercher, anche loro presenti in aula.

 

ULTIM'ORA 22 

Lacrime di gioia. Questa la reazione immediata di Amanda Knox all'assoluzione con formula piena per l'omicidio di Meredith Kercher appena pronunciata dalla Corte d'Assise d'Appello di Perugia. Amanda ha abbracciato la sorella.

 

ULTIM'ORA 21.53 I giudici della corte d'Assise d'appello del tribunale di Perugia, dopo oltre 10 ore di camera di consiglio, hanno assolto Amanda Knox e Raffaele Sollecito, accusati di avere ucciso, nella notte tra l'1 e il 2 novembre del 2007, la studentessa inglese Meredith Kercher nella casa di via della Pergola, nel capoluogo umbro. Colpevole di  calunnia amanda, riconosciute attenutanti generiche per l'omicidio, condannata a 3 anni di reclusione. In primo grado i due erano stati condannati rispettivamente a 26 e 25 anni di carcere. Amanda all'inizio della lettura era tesissima, già quasi in lacrime prima della sentenza, Raffaele invece era più tranquillo.
 

  

ULTIM'ORA 21,14:

C'e' anche un fan di Amanda Knox tra i tanti curiosi in attesa della sentenza d'appello per l'omicidio di Meredith Kercher. In mano una piccola statuetta con le sembianze della studentessa americana.
Il giovane era comparso in aula anche in altre udienze del processo di secondo grado. Talvolta con in mano una grande foto della Knox.

 ULTIM'ORA 20, 17:

Amanda Knox e Raffaele Sollecito hanno appena lasciato il carcere di Capanne, diretti nei cellulari della polizia penitenziaria al Tribunale di Perugia per assistere alla proclamazione della sentenza d'appello. Il penitenziario è poco lontano dalla città e a questo punto diventa ancora più probabile che la lettura della sentenza arrivi intorno alle 21.30.


Giorno del giudizio per Amanda Knox  e Raffaele Sollecito: oggi infatti è attesa la sentenza di secondo grado che li vede imputati per il delitto di Meredith Kercher.  E' in camera di consiglio oramai da più di 6 ore la Corte di Assise d'Appello di Perugia, dinanzi alla quale si è svolta oggi l'ultima udienza del processo d'appello a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox per l'omicidio della studentessa inglese.

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La sentenza è attesa in serata, non prima delle 20. Il presidente della Corte, prima di entrare in Camera di Consiglio, ha chiesto rispetto in aula quando ci sarà la lettura della sentenza: ''Questa non è una partita di pallone, non ci si divide in fazioni. Chiedo silenzio e rispetto quando sarà emessa la sentenza. Non c'è spazio per tifoserie contrapposte. Ricordiamoci che è morta una ragazza''. I giudici hanno pranzato nella stanza del Palazzo di Giustizia dove sono chiusi da stamani e si sarebbero già organizzati per farsi portare anche la cena.  Di fronte all'ingresso del palazzo di giustizia, nel centro della città, sono state predisposte alcune transenne per regolare l'accesso di fotografi, teleoperatori e giornalisti. Tanti i pulmini con le antenne satellitari per i collegamenti tv in diretta.
 

LE ULTIME DICHIARAZIONI DEGLI IMPUTATI

 

Ieri mattina i due imputati, Amanda e Raffaele, nelle dichiarazioni spontanee alla corte si sono dichiarati innocenti. ''Io non ero in casa, ero da Raffaele. Se fossi stata in quella casa sarei morta anch'io, insieme a Meredith'. Così Amanda Knox ha ribadito di essere estranea all'omicidio di Meredith Kercher. "Non ho ucciso, non ho violentato, io non ero presente a questo crimine. Sono stata manipolata - ha detto Amanda, rivolta alla corte -.  Non voglio essere privata della mia vita e del mio futuro per qualcosa che non ho fatto. Io sono innocente''.

 

"Quattro anni fa ho perso un'amica - ha proseguito Amanda, con la voce tremante, a tratti interrotta da lacrime e silenzi in cui sembrava non riuscire a parlare -. Molti hanno affermato che io sono una persona diversa da come sembra, che non si capisce chi sono. Io sono la stessa persona che ero quattro anni fa. Ciò che mi distingue, è quello che ho sofferto in questi quattro anni: io ho perso un'amica nel modo più brutale, inspiegabile. In quattro anni la mia assoluta fiducia nella polizia è stata tradita. Ho dovuto affrontare accuse ingiuste. Ho pagato con la mia vita per cose che non ho commesso. Voglio tornare a casa, voglio la mia vita. Ho rispetto della Corte, vi chiedo giustizia''. Così Amanda ha concluso il suo intervento, con la voce rotta dall'emozione.

 

Prima di lei ha parlato Raffaele: "Per questo 'Signor nessuno' viene chiesto il carcere a vita, se non la pena di morte. Io sono innocente, non ho ucciso, non abbiamo ucciso. Ogni giorno in carcere, alla fine di ogni giorno, è sempre la morte, è sempre così". Raffaele ha parlato con voce incerta, l'emozione fortissima che l'attanagliava, e di questo ha chiesto scusa alla Corte. ''Dateci nuove speranze, un nuovo futuro, che penso meritiamo. Vorrei comunicarvi quello che sto soffrendo in questi anni. Ma è impossibile in pochissimi minuti. E' talmente grande quello che mi è accaduto che non esiste una dichiarazione che possa racchiudere tutto insieme. Non ho mai fatto del male a nessuno, mai nella vita - ha aggiunto il giovane - . L'accusa che mi è stata mossa contro, ho sempre pensato che si sarebbe esaurita, che si sarebbe chiarito tutto nel giro di poco tempo, invece ho dovuto sopportare e andare avanti giorno per giorno"

 

 IL BRACCIALETTO: "AMANDA E RAFFAELE LIBERI"

 

''Sono quattro anni che porto questo bracciale con la scritta 'Amanda e Raffaele liberi - ha concluso Sollecito -. Non l'ho mai tolto e in questo bracciale sono racchiuse molte emozioni. Oggi voglio fare un omaggio alla Corte: è arrivato il momento di toglierlo''. Si tratta di un braccialetto di plastica morbida, giallo e scolorito dal tempo, con la scritta in inglese 'Free Raffaele e Amanda', donato a Raffaele Sollecito, secondo quanto riferisce l'avvocato Luca Mauri, dagli amici americani. Ora il braccialetto è custodito da uno dei legali, l'avvocato Giulia
Bongiorno. 

 

"Il braccialetto che aveva al polso Sollecito - spiega l'avvocato Bongiorno - è un braccialetto che teneva sempre al polso in questi anni. A me aveva impressionato perché comunque dopo quattro anni gli vedevo sempre al polso un bracciale con la scritta Amanda". Secondo il legale, quindi, "siccome la tesi dell'accusa è sempre stata che c'era un rapporto esclusivamente sessuale, talmente i due erano attratti solo sessualmente e c'era una sorta di volontà di partecipare esclusivamente ad orge, a me invece aveva colpito questo braccialetto perché mi sembrava la classica dimostrazione di un rapporto di tenerezza, non di un rapporto di ossessione sessuale".  I legali hanno riferito che incontreranno Raffaele nel carcere perugino di Capanne nel primo pomeriggio, in attesa della sentenza.

 

LA FAMIGLIA KHERCHER: "VOGLIAMO SAPERE CHI E' STATO"

 

Nella tarda mattinata di ieri sono arrivati da Londra i familiari di Meredith, la madre Arline, la sorella Stephanie e il fratello LyleI. "Sono in albergo - spiega il loro avvocato Francesco Maresca - per aspettare la sentenza insieme a noi e al console britannico". "Anche io chiedo giustizia, anche noi chiediamo giustizia per Meredith'', ha detto la madre della studentessa inglese.  In aula Amanda Knox ha detto che vuole giustizia per Meredith: Arline, si dice "d'accordo" con le parole dell'imputata: "Anche noi vogliamo giustizia per Mez. Vogliamo sapere chi è stato e quale siano le prove".  La madre di Meredith non crede che ''ci fosse un rapporto di amicizia'' tra la figlia e Amanda, come sostenuto dall'imputata americana. ''Si conoscevano da poco - ha sostenuto - e venivano da due differenti realtà. Si muovevano in due diversi contesti''.