Perugia, 27 settembre - "ASSOLVETE RAFFAELE SOLLECITO''

 

L'avvocato di Giulia Bongiorno, ha chiuso così la sua arringa davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Perugia per l'omicidio di Meredith Kercher. Il legale ha sottolineato che l'intero dibattimento ''si fonda sulla prova del dna della quale è però stato indicato l'errore''.

 

"NIENTE RICOLLEGA RAFFAELE AL DELITTO"

 

''Nulla ricollega Raffaele Sollecito a questo delitto'': lo ha evidenziato il suo difensore Giulia Bongiorno nell'arringa al processo d'appello per l'omicidio di Meredith Kercher. ''I pochi indizi - ha sostenuto il legale - erano su Amanda Knox e sono stati traslati su di lui. C'è chi con una fidanzata acquisisce una famiglia, lui ha acquisito un delitto. Ma nulla - ha ribadito la Bongiorno - c'è anche su Amanda''.

 

"IL GANCETTO ANDAVA CESTINATO"

 

E' un reperto ''inaffidabile a prescindere'' e ''andava cestinato'' il gancetto di reggiseno indossato da Meredith Kercher quando venne uccisa. Lo sostiene Giulia Bongiorno. Sul gancetto la polizia scientifica ha individuato il Dna di Sollecito misto a quello della Kercher. Risultato ritenuto però non attendibile dai periti della Corte d'assise d'appello di Perugia che hanno ipotizzato una possibile contaminazione. ''La perizia - ha detto la Bongiorno - è la prova che non si può attribuire il Dna a Sollecito''. Il legale ha ricordato che il gancetto è stato repertato 46 giorni dopo essere stato trovato. ''In una stanza messa a soqquadro - ha sostenuto - dalle perquisizioni della polizia''. ''Quel reperto - ha sottolineato la Bongiorno - andava cestinato''. ''Nella stanza del delitto - ha affermato ancora - non ci sono tracce di Amanda e Raffaele ad eccezione del gancetto sgretolato dalla perizia''.

 

"QUANDO CONFESSO' IL FALSO AMANDA ERA SOTTO PRESSIONE"

 

La Bongiorno, nella sua arringa, ha fatto leva sulle presunte pressioni che Amanda Knox avrebbe subito nel corso dell'interrogatorio del 5 novembre 2007, quando accusò Patrick Lumumba e se stessa, affermando "di essere presente nella casa quando Patrick uccise Meredith". "Esistono molti studi sulle false confessioni ha spiegato la Bongiorno -: ci sono quelle volontarie, quelle forzate o quelle interiorizzate. Noi ci troviamo di fronte a quest'ultimo caso che, secondo gli studi di criminologia, avviene quando l'indagata messa sotto pressione, privata della giusta serenità nel rispondere e con attorno persone non terze si autoconvince di aver fatto qualche cosa".

 

L'avvocato di Raffaele Sollecito analizza il contesto dell'interrogatorio con falsa confessione di Amanda: "Quando parlo di persone non distaccate - ha aggiunto l'avvocato Bongiorno - lo dico con prove certe. Infatti dalle intercettazioni telefoniche a carico di Sollecito e famiglia, effettuate nei brogliacci direttamente dagli stessi investigatori dell'interrogatorio, emergono degli appunti personali che definisco le pagine nere di questo processo. E mi spiego meglio: nelle telefonate a carico della famiglia Sollecito si usano termini come 'sono delle vipere', 'sono delle stronze', 'riderà bene chi riderà per ultimo', 'sono delle cretine'. Affermazioni scritte direttamente da chi indaga. E a questo punto ci dobbiamo chiedere: sono veramente distaccate dalle tesi sia dell'accusa che della difesa?".

L'avvocato Giulia Bongiorno, sempre al riguardo del contestato interrogatorio del 5 novembre del 2007 che produsse una sorta di confessione di Amanda Knox, ha spiegato che quella notte: "Gli investigatori non sentirono la necessità di permettere ad Amanda di avvisare il proprio legale" e inoltre si è puntato il dito sulla figura di una traduttrice "che per sua ammissione negli interrogatori ammise di non effettuare un compito di traduzione modello macchinetta ma di interpretare e deviare le necessità della persona interrogata; un aspetto questo totalmente fuorviante soprattutto per una ragazza che non conosce la lingua e si trova di fronte ad un caso di omicidio".

 

"NELLA SENTENZA DI PRIMO GRADO IL MOVENTE NON E' CHIARO"

 

L'altro passaggio importante dell'arringa dell'avvocato Bongiorno è stato sul movente dell'omicidio attribuito ad Amanda, Raffaele Sollecito e Rudy Guede nella sentenza di primo grado. "Non si capisce se alla base dell'omicidio c'è una orgia finita male o addirittura perché Amanda e Raffaele furono semplicemente disturbati da Meredith quella sera. Vi leggo un passaggio della motivazione della sentenza: Rudy uscito dal bagno viene colpito dalle vibrazioni sessuali della casa, dato che Amanda e Raffaele si trovano nella loro stanza e Meredith nella propria. A quel punto Rudy Guede decide di andare da Meredith, non si sa se spinto dai due ex fidanzati o per proprio conto, per poter mettere in atto degli approcci sessuali. Il rifiuto in maniera deciso di Meredith avrebbe creato un disturbo nella stanza accanto e quindi Amanda e Raffaele hanno spalleggiato Rudy fino addirittura a diventare gli assassini della ragazza inglese. Una situazione paradossale, senza testimoni diretti e dove non si capisce se il movente è il sesso o il semplice disturbo della quiete di coppia di Amanda e Raffaele".
 

 

"AMANDA KNOX TRASFORMATA IN FEMME FATALE"

 

La Bongiorno, nella sua arringa, ha fatto leva sulle presunte pressioni che Amanda Knox avrebbe subito nel corso dell'interrogatorio del 5 novembre 2007, quando accusò Patrick Lumumba e involontariamente se stessa, affermando "di essere presente nella casa quando Patrick uccise Meredith". "Esistono molti studi sulle false confessioni ha spiegato la Bongiorno -: ci sono quelle volontarie, quelle forzate o quelle interiorizzate. Noi ci troviamo di fronte a quest'ultimo caso che, secondo gli studi di criminologia, avviene quando l'indagata messa sotto pressione, privata della giusta serenità nel rispondere e con attorno persone non terze si autoconvince di aver fatto qualche cosa".

 

Amanda Knox trasformata personaggio della letteratura decadente; Amanda Knox "famme fatale dominatrice"; Amanda Knox come Jessica Rabbit "apparentemente una mangiatrice di uomini ma in realtà una donna fedele e innamorata". Così, secondo il legale è stata descritta e raccontata la ragazza di Seattle in questi quattro anni che hanno seguito il delitto. La Bongiorno, nella sua arringa davanti alla Corte di assise di appello di Perugia, ha quindi paragonato Sollecito a un personaggio di Proust "che non aveva mai nessun desiderio se non quello della moglie".

 
"Assolti o condannati - ha detto l'avvocato - questi due ragazzi passeranno alla storia così. Amanda è stata trasformata nella 'Venere in pelliccia', una donna che rende schiavi gli uomini col sesso e il suo contro altare è l'uomo debole, cioe' Raffaele". L'avvocato ha poi definito il processo indiziario come un puzzle. "Ci sono una serie di tessere - ha proseguito - e ci vuole un lavoro paziente e lungo per farle combaciare. Quando si incastra per errore una tessera, come quando si incastra per errore un indizio, bisogna avere il coraggio di toglierla. Cosa accade quando incastriamo un pezzo non correttamente in un puzzle? viene fuori una superfice con una ondulazione anomala. In questa vicenda l'ondulazione anomala è stata cagionata dalla fretta. Dopo quattro anni dal delitto questo caso è stato ritenuto chiuso".

 

Il legale di Sollecito ha poi sottolineato come l'Amanda che si vede oggi non è la stessa del 2007. "Nel 2007 Amanda era la ragazzina delle smorfie, che non sapeva una parola di italiano - ha detto la Bongiorno -. Amanda: disinibita, americana, giovanissima, sembrò incarnare immediatamente la colpevole perfetta. Non poteva non essere l'assassina. Poi, sempre un po' indietro rispetto a lei, c'è il suo fidanzato. Non e' un caso che Raffaele è passato in questo processo come 'il fidanzato'. Nulla collega Raffaele al delitto e, in qualche modo doveva essere inserito. Raffaele è una figura che si potrebbe definire processualmente inesistente. L'accusa ha esteso i sospetti di Amanda nei confronti di Sollecito".

"STANZA DEL DELITTO TRASUDA DI TRACCE DI GUEDE"

La stanza del delitto in cui venne uccisa Meredith Kercher il primo novembre del 2007, ''e' una stanza grondante di tracce di Rudy'', ''c'e' la prova della scientifica della presenza di Guede, perche' non ci sono prove degli altri due uccisori e aggressori?''. Lo ha chiesto nella sua arringa Giulia Bongiorno, legale difensore di Raffaele Sollecito.

''Come e' possibile che quella stanza parli solo di Rudy Guede?  Io credo - ha spiegato Bongiorno - che proprio Guede, per la sua presenza sulla scena del delitto, e' una prova che vale mille prove.  La presenza di Guede dimostra che chi sta in una stanza e commette un delitto lascia tracce e al contrario dimostra come chi non e' entrato in quella stanza non poteva lasciare prove''.

L'avvocato ha bollato poi come ''fantasiosa'' la tesi della pulizia dell'ambiente proposta dall'accusa. ''Nessun detersivo riconosce tracce di uno piuttosto che dell'altro - ha sostenuto il legale - Se ci fosse stata pulizia non ci
sarebbero state neanche le tracce di Rudy, dopo di che ci sono tante foto che vi documentano in maniera inconfutabile come quell'ambiente era sporco di polvere e peli''.

"INDAGINI E SENTENZA DI PRIMO GRADO SI FONDANO SUL NULLA"

''Nessun indizio e nessuna prova a carico di Raffaele Sollecito e di Amanda Knox'': lo ha sottolineato l'avvocato Luca Maori, uno dei difensori del giovane, al termine della sua arringa davanti alla Corte d'assise d'appello di Perugia. ''Tutte le indagini e la sentenza di primo grado - ha sostenuto il legale - si fondano sul nulla. Sono cadute le cosiddette prove regine, il Dna sul gancetto e quello sul coltello.

Il resto e' nulla. Le testimonianze del clochard Antonio Curatolo e le altre valgono meno di zero. Penso di averlo provato e indicato in maniera chiara''. Secondo l'avvocato Maori ''l'unico assassino di Meredith e' Rudy Guede''. ''Lui - ha aggiunto - e' entrato nella stanza dalla finestra e l'ha assalita. E' lui che l'ha accoltellata, ha perso una scarpa nel corso della colluttazione, e' andato nel bagno e nel corridoio, ha lasciato le impronte a piedi nudi. E' poi tornato ed ha lasciato il coltello sul coprimaterasso, ha frugato nella borsa di Meredith, ha rubato ed e' uscito lasciando la poverina agonizzante.

E' stato condannato a 16 anni per questo massacro mentre per questi poveri ragazzi che non hanno fatto niente e' stato chiesto l'ergastolo con isolamento diurno. Veramente - ha concluso Maori - una cosa paradossale''.