Perugia, 5 settembre 2011 -  Riprende oggi, dopo la pausa estiva, il processo d'appello ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito, condannati in primo grado a 26 e 25 anni di reclusione per l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher. Il primo appuntamento in programma è l'esame dei periti della corte Stefano Conti e Carla Vecchiotti da parte degli avvocati di parte civile Francesco Maresca e Serena Perna.

I due professori dell'università La Sapienza di Roma, con la loro perizia genetica, richiesta dalle difese dei due imputati, avevano messo in dubbio il lavoro della polizia scientifica. Avevano definito i risultati ''inattendibili''. In particolare, il loro giudizio, come richiesto dalla corte d'assise d'appello di Perugia, aveva riguardato il gancetto del reggiseno su cui venne isolato il dna di Raffaele Sollecito e il coltello che in primo grado era stato riconosciuto come l'arma del delitto su cui la polizia scientifica aveva isolato il dna di Amanda Knox sul manico e quello di Meredith sulla lama. Per i due professori de La Sapienza quei risultati potrebbero essere frutto di contaminazione.

Nell'ultima udienza prima della pausa, il pubblico ministero Manuela Comodi aveva interrogato i due esperti per quasi sei ore. Sei ore di domande puntuali e pignole per farsi spiegare su quali basi i due esperti fossero giunti a quelle conclusioni e, ovviamente per confutarle, difendendo il lavoro della polizia scientifica, che molto peso aveva avuto in primo grado nel determinare la condanna dei due ex fidanzati.


Il pubblico ministero aveva iniziato con domande sui curriculum degli esperti, i periti di fatto avevano detto che non esistono protocolli universalmente validi per sopralluoghi, repertazione e contaminazione in ogni fase. Esiste une letteratura sterminata e un problema aperto per chi si occupa della cosa. Quanto alle analisi in laboratorio, per i periti resta il dubbio che la polizia scientifica, in particolare la dottoressa Patrizia Stefanoni, non abbia seguito tutte le cautele del caso per le analisi. Per l'accusa invece, il cambiarsi i guanti, come lo sterilizzare il piano da lavoro è una prassi e per questo non è stata specificata negli atti.

 

E proprio la dottoressa Patrizia Stefanoni della polizia scientifica di Roma dovrebbe essere la prima delle consulenti ad essere ascoltata come chiesto e ottenuto dagli avvocati di parte civile nella tesissima udienza del 30 luglio. E la nuova deposizione della dottoressa Stefanoni, che già in sede di udienza preliminare era stata interrogata per tre giorni consecutivi, potrebbe rivelarsi ancora una volta un crocevia fondamentale per capire che direzione potrebbe prendere il processo ai due ex fidanzati che si sono sempre dichiarati innocenti. Se la dottoressa riuscirà a spiegare alla corte il suo lavoro e a fugare in loro ogni dubbio sollevato dai giudizi fortemente negativi dei periti Conti e Vecchiotti, Amanda e Raffaele rischiano realmente l'ergastolo. Come l'accusa aveva richiesto in primo grado e come ha chiesto anche nel ricorso presentato in appello. Ad Amanda e Raffaele, secondo la procura generale e i pubblici ministeri Manuela Comodi e Giuliano Mignini, che per il processo sono stati applicati alla procura generale, non vanno concesse le attenuanti e devono essere condannati alla pena piu' alta.

 

E ancora una volta, molto potrebbe dipendere da cosa emergerà dalla deposizione della dottoressa Stefanoni. Dopo di lei verranno ascoltati anche tutti gli altri consulenti di parte, i consulenti delle difese e quelli di parte civile. Ognuno esporrà quanto ha da dire sulle controverse analisi scientifiche che tanto peso hanno avuto sulla condanna in primo grado. Poi sarà la volta della requisitoria, delle arringhe degli agguerriti difensori degli imputati, delle repliche e della sentenza, che dovrebbe arrivare entro la fine del mese.

Se l'accusa chiederà l'ergastolo per gli ex fidanzatini, le difese, l'onorevole Giulia Bongiorno e l'avvocato Luca Maori per Raffaele Sollecito e Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova per Amanda Knox, chiederanno invece l'assoluzione. Facile ipotizzare che ogni parte riportera' in campo i suoi cavalli di battaglia e che la discussione sara' lunga e articolata.

I pubblici ministeri Comodi e Mignini, oltre ai risultati scientifici porteranno all'attenzione dei giudici innanzitutto le ultime parole di Rudy Guede, l'ivoriano condannato a 16 anni di reclusione con sentenza passata in giudicato per l'omicidio di Meredith Kercher in concorso con Amanda Knox e Raffaele Sollecito.  Guede, chiamato a testimoniare in aula nel processo d'appello dalla procura generale come controprova a Mario Alessi ( che diceva di aver raccolto una sua confidenza in cui scagionava Amanda e Raffaele), in maniera un po' controversa aveva di fatto confermato la responsabilita' di Amanda e Raffaele. (

A Guede infatti era stata mostrata una lettera che aveva scritto ai media in cui accusava apertamente Amanda Knox e Raffaele Sollecito. "Io nel mio processo ho sempre detto chi c'era in quella casa quella maledetta notte", aveva detto ai giudici della corte d'assise d'appello. Nella missiva scriveva "dell'orribile assassinio della stupenda ragazza da parte di Amanda Knox e Raffaele
Sollecito". Rudy ha confermato quelle parole dicendo che ''c'e' solo una verità''. Si parlerà prevedibilmente poi anche dell'accusa di Amanda a Patrick Lumumba, il congolese che era stato in galera per due settimane con l'accusa di omicidio, delle tante versioni iniziali dei due giovani e dei piu' o meno credibili testimoni.

Le difese per contro batteranno il ferro sulla perizia genetica superpartes che avevano già chiesto in primo grado, i cui risultati, innegabilmente li favoriscono. Mettendo in dubbio l'operato della polizia scientifica infatti si incrina un po' tutto in un processo gia' in partenza molto difficile perche' indiziario e senza una prova regina o una confessione. Una sentenza che, comunque vada, portera' con se' una lunga scia di polemiche e sicuramente almeno un ricorso. Amanda e Raffaele intanto, nel chiuso delle loro celle nei carceri di Perugia e Terni sperano, che questi giudici finalmente credano alla loro versione e li lascino tornare alle loro vite.

Cosa a cui si oppongono strenuamente anche i famigliari di Meredith Kercher che, in una missiva inviata al legale che li rappresenta, l'avvocato Francesco Maresca, chiedono che Meredith non venga dimenticata e che sia fatta giustizia per lei che e' la vittima di tutta questa storia.