Perugia, 2 settembre 2011 — MARCO VINICIO Guasticchi non si ricandiderà alla guida della Provincia di Perugia. Lui, che è il presidente da due anni, lo annuncia senza tanti giri di parole. Lo farà indipendentemente dal fatto che l’ente scompaia o meno.
Guasticchi, dica la verità: in segreto lei auspica la cancellazione di Terni, così potrà guidare l’unica provincia umbra...
«Falso. Tant’è che non mi ripresenterò alla guida della presidenza di Piazza Italia nel 2014. E questo anche se Perugia fosse l’unica Provincia che dovesse restare in Umbria».
E allora cosa farà?
«Punterò ad un altro posto di vertice. Sempre che gli elettori lo vogliano, sia chiaro. Un’esperienza di cinque anni è sufficiente, bisogna cambiare».
Sindaco, presidente della Regione o parlamentare?
«Vedremo. Deciderà il mio partito» (sorride).
Lei in queste settimane si è dimostrato il più convinto difensore delle Province...
«Non difendo la Provincia tanto per difenderla. La vera battaglia è salvare la Regione Umbria. I furbetti romani però non dicono cosa comporterebbe realmente l’eliminazione di questi enti. Verrebbero, infatti, cancellate automaticamente anche le prefetture o le questure, con ricadute pesantissime sui cittadini. Non è eliminando i costi della politica dei piccoli Comuni o di enti come quello che presiedo che si risparmia chissà quanto, sono cifre irrisorie. Perchè il personale e gli investimenti restano. Si cadrebbe piuttosto in un limbo, in un vuoto istituzionale, con una confusione che porterebbe alla paralisi operativa».
Ma da qualche parte si dovrà pur cominciare
«Cominciamo allora dagli enti di secondo livello: Ati, Consorzi di bonifica e quant’altro. La loro eliminazione sarebbe economicamente pesante come una Finanziaria, altro che chiacchiere. Io sono perchè certe decisioni le prendano le giunte e i consigli, perché chi viene eletto risponde direttamente ai cittadini. E poi basta con i privilegi dei parlamentari e stop all’elezione dei consiglieri regionali col ‘listino’».
Insomma, anche lei, come molti, vorrebbe tagliare soltanto i compensi degli altri...
«Ripeto: io prendo 1.500 euro al mese, un consigliere 800. E’ qui che si risparmia? Bisogna sforbiciare burocrazia e super dirigenti, nei ministeri, nelle Regioni e anche negli enti locali. Noi, in questi due anni, non abbiamo rinnovato il contratto a quattro dirigenti incaricati a tempo determinato. Altri sette sono andati in pensione e ne abbiamo reintegrati solo quattro. Siamo dimagriti di 7 funzionari su 37. E stiamo lavorando ancora. La verità è che la tecnostruttura, grazie alla ‘Bassanini’, ha un potere enorme sulla politica. I funzionari hanno potere di firma che spesso, tra l’altro, neanche esercitano».
Guasticchi, anche voi lamentate il taglio dei fondi del Governo. Ma visto che avete aumentato alcuni tributi, state mettendo almeno mano alle spese?
«C’è una costante opera di razionalizzazione dei costi, anche se ormai c’è più poco da tagliare. Abbiamo agito su vari aspetti. Ad esempio sulla viabilità, anche se per la manutenzione dei tremila chilometri di nostra competenza abbiamo solo 2,8 milioni di euro. Ne servirebbero dieci volte tanto. Abbiamo ridotto il personale che se ne occupa, visto che prima c’era un evidente spreco di risorse e energie. Una migliore organizzazione che ha consentito una raddoppio degli interventi, con meno persone. Gli uomini li abbiamo recuperati per la polizia provinciale, questa è stata una delle risposte più immediate».
A proposito, questo della polizia provinciale sembra davvero un grande spot, un modo per far vedere del Provincia esiste.
«Non è affatto uno spot. Quello era diventato un corpo marginale. Ma non abbiamo assunto neanche un esterno, è tutto frutto di mobilità interna: prima c’erano 75 agenti, adesso sono 140. Questo sarebbe uno spot... ».
Però le funzioni sono marginali, se non doppioni rispetto agli altri corpi di polizia. Senza dimenticare i cavalli e le biciclette...
«Svolgiamo compiti significativi: siamo all’uscita delle scuole contro la prevenzione e lo spaccio di droga, facciamo controlli territoriali e ambientali, sulla caccia, sulla pesca e di polizia di prossimità nei centri storici, in accordo con le forze dell’ordine».
State pensando di alleggerire il partimonio immobiliare? Potrebbero scapparci entrate importante per le casse provinciali.
«Dico solo che prima si spendevano 2 milioni per gli affiti, ora siamo scesi a 800mila. Senza contare la valorizzazione di Spello o dell’isola Polvese, prima lasciate all’abbandono».
Quanto personale ha assunto la Provincia in questi due anni?
«Ma chi le dice che abbiamo assunto più persone? Abbiamo tagliato, piuttosto. Quando sono arrivato avevamo 1.100 dipendenti. Ora sono 1.060. Purtroppo ci manca personale tecnico, questo sì».