Perugia, 3 giugno 2011 -  VANNO a cercare tartufi e trovano... cocaina. E’ la scoperta effettuata da due appassionati cercatori impegnati a dissotterrare i preziosi tuberi. Mercoledì hanno scavato un po’, supportati dai loro cani, nella zona della Conca del Sole, a (Ellera, finché da sottoterra sono spuntate cinque rozze palline incartate nel cellophane. Non assomigliavano neppure lontanamente allo scorzone fiutato qualche minuto prima dai lagotti romagnoli, particolare razza di cane specializzata in questo tipo di ricerche.

La loro battuta stava andando piuttosto bene, fino a quel momento infatti i tartufari avevano trovato oltre un chilo di scorzone. Poi, però, poco lontano da una panchina nel boschetto, gli animali hanno continuato ad annusare: tirar fuori quelle palline sconosciute non è stato certo difficile. I due amici si sono preoccupati perché credevano fossero polpette avvelenate. Anomale per forma e consistenza, almeno a una prima occhiata. Così hanno deciso di concludere la loro battuta e di rientrare, salendo in macchina con quelle strane palline. Durante il tragitto i due hanno contattato un loro amico poliziotto con il quale condividono la passione per la ricerca del tartufo.

L’agente si è subito accorto che quelle non erano polpette avvelenate, bensì ovuli di cocaina. A quel punto con un bilancino di precisione è stata pesata la sostanza stupefacente, ancora contenuta negli involucri di cellophane, termosaldati: 30 grammi lordi. Valore complessivo nel mercato illegale: circa duemila euro. Di certo molto più «preziosa» di quel chilo di scorzone dissotterrato qualche minuto prima della singolare scoperta.
Un rischio corso dai tartufari è stato quello legato all’inconsapevole viaggio in auto con la droga a bordo. Avrebbero potuto dover giustificare la presenza, peraltro a loro non nota, della sostanza stupefacentea. La cocaina è stata poi consegnata agli agenti della squadra mobile di Perugia, diretta dal vicequestore Marco Chiacchiera.

I poliziotti conoscono le modalità, sempre nuove, di spaccio, e la pratica del «sotterramento», ormai sempre più utilizzata dagli spacciatori. In questo modo per loro il rischio è minimo: quando c’è l’«ordine» il pusher raggiunge luoghi isolati, prende il quantitativo di droga richiesto e lo consegna al tossicodipendente. Che in alcuni casi aspetta a pochi metri dall’albero o dal paletto individuato come punto di riferimento. In alcuni casi la sostanza stupefacente è occultata in barattoli di vetro. Negli ultimi mesi sono stati numerosi gli appostamenti da parte della polizia, che solo poche settimane fa ha arrestato in flagranza di reato alcuni spacciatori albanesi nella zona di Lacugnano.


Un altro serio rischio l’hanno corso i cani: sarebbero morti se avessero ingerito la sostanza stupefacente. Per fortuna i padroni sono stati veloci a togliere loro dalle bocche quegli strani involucri, di fatto salvando la vita alle bestie. Pochi minuti più tardi la scoperta: anzichè «cavare» tartufi — come si dice in gergo — stavolta dal bosco era saltata fuori nientemeno che la cocaina.