Perugia, 4 marzo 2011 - È stato inghiottito dal lago, come accadde al cognato Arnaldo Budelli insieme al quale, nel lontano 1985, ripescò dalle acque del Trasimeno il cadavere di Francesco Narducci. Ugo Baiocco, 75 anni, è scomparso ieri mattina, per riafforare soltanto nelle prime ore del pomeriggio. Morto nel lago, dunque, come Budelli nel 2001 e, prima ancora, come il medico dal cui ritrovamento è scaturito l’infinito giallo legato alla più inquietante vicenda del "Mostro di Firenze".

 

Quella di ieri al pontile di Sant’Arcangelo è una coincidenza che fa davvero venire i brividi, resa ancor più incredibile dal fatto che a occuparsi del decesso al Trasimeno è ancora una volta Giuliano Mignini, lo stesso magistrato che ha diretto la maxi-inchiesta legata alla morte del gastroenterologo.

 

Il pescatore Baiocco è annegato ieri mattina intorno alle 11.50 dopo essere scivolato nelle acque del lago, quando si trovava sulla sua barchetta a motore lontana meno di 300 metri dalla riva e dal molo. Soffiava un forte vento di tramontana e a fargli perdere l’equilibrio potrebbe essere stata "un’onda più intensa". Lui, grande conoscitore del Trasimeno ma incapace di nuotare. "Cadere in acqua è semplicissimo, ma il Trasimeno lo conosceva come le sue tasche — racconta Fernando, un collega della vittima —. Però non riesco proprio a spiegarmi come possa essersi ribaltata la barchetta di Ugo".

 

Baiocco ha provato a chiedere aiuto mentre il giaccone impermeabile e gli stivali iniziavano ad assorbire acqua, tirandolo giù. Una persona residente nelle vicinanze sostiene di averlo sentito urlare per qualche minuto. "L’ho visto mentre si dimenava con le braccia", ha raccontato poi. La segnalazione al comando della Polizia provinciale è arrivata prima di mezzogiorno, il ritrovamento del cadavere è avvenuto intorno alle 16 di fronte al campeggio Italgest. "Esattamente sotto la barca rovesciata, dove l’acqua è profonda un paio di metri — spiega un investigatore —. Le correnti non lo avevano spostato di un millimetro".

 

Il freddo potrebbe aver giocato un ruolo decisivo nella tragedia di Baiocco (ex presidente della cooperativa dei pescatori), "la temperatura del lago ieri mattina si aggirava intorno ai sette o otto gradi al massimo". Non è ancora chiara la dinamica dei fatti, al momento non si può escludere che l’uomo durante le operazioni di calo delle reti sia rimasto impigliato in una di esse. Alcuni frammenti di rete, peraltro, sono stati trovati anche nell’elica del piccolo natante a motore.

 

Il forte vento che spirava da nord potrebbe aver creato problemi al pescatore, un’improvvisa raffica potrebbe essere stata la causa del ribaltamento della barca. "Ma il vento — sentenzia un anziano pescatore con il volto segnato dalle rughe — non è così forte da far rovesciare qualcosa".

 

Alle ricerche, che si sono concentrate soprattutto vicino alla barca rovesciata (successivamente è stata recuperata e portata a riva), hanno partecipato gli agenti della Polizia provinciale (tenente Maurizio Gosti), i vigili del fuoco con un gommone e personale abilitato nelle tecniche fluviali, insieme ad alcuni volontari muniti di ecoscandaglio. I vigili stessi avevano anche sollecitato l’intervento dei sommozzatori da Roma — sub provvisti di particolari strumenti per la ricerca in acque con scarsa visibilità come, appunto, quelle del Trasimeno — ma di loro non c’è stato bisogno in quanto il corpo senza vita di Baiocco era già stato rintracciato.

 

L’autorità giudiziaria nel pomeriggio ha svolto le operazioni di rito per il riconoscimento del cadavere e, come prassi in questi casi, il magistrato ha disposto l’autopsia, anche per valutare se un malore possa aver in qualche modo contribuito al decesso. Alle operazioni di ricerca, oltre ad amici e curiosi che in più occasioni facevano riferimento alla vicenda di Narducci, hanno assistito anche i familiari dell’uomo.