Perugia, 20 dicembre 2010 - Il presidente regionale della Federcalcio Luigi Repace, nella conferenza
stampa di fine anno, ha affermato
che quello umbro è un calcio che cresce per numero di praticanti e di società, ma di pari passo è in aumento anche la violenza all'interno dei campi di gioco.

 

Con la fine del girone di andata dei vari campionati, sono infatti già 16 gli episodi nei confronti degli arbitri, contro i 12 dell'intera stagione passata. "I nostri numeri - ha detto Repace - ci danno una grande forza, per ritenere che questo calcio sia tutt'altro che un passatempo. È invece una realtà che permette di far crescere in maniera sana i nostri giovani".

 

"Dobbiamo però collaborare tutti insieme, dirigenti, giocatori, tecnici e anche la stampa - ha sottolineato il presidente umbro della Federcalcio -, affinché si fermi questa crescita di violenza, che ha visto coinvolte anche due giovani arbitri donne. Violenza che non ci appartiene e non deve essere del nostro mondo".

 

Una situazione confermata anche dal presidente umbro dell'Associazione italiana arbitri, Francesco Amelia. "Bisogna invertire la tendenza - ha sostenuto - e questa situazione l'ho provata sulla mia pelle visto che a volte è impossibile per me seguire partire dagli spalti per gli insulti che ricevo e lo stesso avviene per la terna arbitrale, anche se il rapporto con le società è buono. Una volta l'Umbria era considerata un'isola felice da questo punto di vista, ma oggi il contesto evidenzia il contrario".

 

Per quanto riguarda il movimento complessivo, secondo i dati forniti da Repace, sono 373 le società affiliate (contro le 353 di quattro anni fa), per un totale di mille e 785 squadre (erano mille 180 di tre anni fa), con 11 mila 953 tesserati tra i dilettanti e 10 mila 964 nel settore giovanile, per un totale di 15 mila 600 gare disputate in totale.