Perugia, 18 dicembre 2010 - È entrata nel vivo con le repliche Procuratore generale Giancarlo Costaiola, la terza udienza del processo di appello ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito, i due ex fidanzatini condannati in primo grado rispettivamente a 26 e 25 anni di carcere per l'omicidio di Meredith Kercher. Contro la sentenza della Corte d'assise di Perugia, hanno fatto appello anche i pm Manuela Comodi e Giuliano Mignini e, in particolare, contro la concessione delle attenuanti generiche e l'esclusione dell'aggravante dei futili motivi, riconosciuti in primo grado ai due ragazzi.

 

A chiedere una «riapertura dibattimentale a tutto campo», tipo quella che c'è stata per Alberto Stasi nel processo per l'omicidio di Garlasco era stata invece, sabato scorso, la difesa di Raffaele Sollecito. In particolare, tra le richieste avanzate dai legali dello studente di Giovinazzo, quella di una nuova perizia sul coltello ritenuto l'arma del delitto (sequestrato a casa di Sollecito e sul quale è stato rilevato il dna di Amanda e di Meredith), sul gancetto di reggiseno indossato dalla vittima quando è stata uccisa e sulla federa di un cuscino sulla quale, secondo la difesa, sarebbero presenti delle macchie mai analizzate.

 

Ma i legali di Sollecito chiedono anche una nuova perizia informatica sul computer di Raffaele e che alcuni nuovi testimoni vengano sentiti in aula, tra cui anche Mario Alessi che, in passato, ha sostenuto di aver raccolto le confidenze di Rudy Guede (il giovane ivoriano per il quale la Corte di Cassazione ha confermato ieri la sentenza di secondo grado a 16 anni di carcere) sull'estraneità dei due fidanzatini nell'omicidio di Mez. A ribadire la richiesta di riaprire il dibattimento è stata anche la difesa di Amanda Knox e, in particolare, per disporre una nuova perizia relativa alle tracce biologiche esaminate dalla polizia scientifica, tra cui quelle sul coltello ritenuto l'arma del delitto e le macchie luminol positive rilevate nel corridoio del casolare di via della Pergola. Ma i legali dell'americana chiedono anche di sentire nuovi testimoni, tra cui anche il pentito Luciano Aviello.