Perugia, 15 dicembre 2010 - "Rudy Guede vuole ancora combattere per affermare la sua estraneità ai fatti contestati". Così Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, i legali del giovane ivoriano accusato dell'omicidio di Meredith Kercher, si erano espressi quando annunciarono, nel maggio scorso, di aver presentato ricorso per Cassazione contro la sentenza di secondo grado che, il 22 dicembre del 2009, ha ridotto da 30 a 16 anni la pena inflitta a Guede per l'omicidio della studentessa inglese.

 

Oggi, alla vigilia della data del processo, previsto per domani davanti alla Corte di Cassazione alle ore 10, Guede, che stamani ha incontrato nel carcere di Viterbo i suoi avvocati, si è detto ancora "fiducioso"
e "si aspetta di essere assolto". Domani Guede non sarà in aula ma attenderà la decisione dei giudici in carcere.

 

"Rudy è comprensibilmente teso ma fiducioso - hanno detto oggi i suoi legali -. Lo abbiamo rassicurato del fatto che lotteremo fino alla fine, come sempre". In un ricorso di 48 pagine contro la sentenza della Corte d'assise di appello di Perugia, la difesa dell'ivoriano sostiene come "quello celebrato è stato a tutti gli effetti un processo indiziario" in cui "il giudice di primo grado, e, successivamente, la Corte di assise di appello di Perugia ha ritenuto provata la penale responsabilità dell'imputato sulla base di elementi equivoci, suscettibili di antitetica significazione e contrastanti tra loro". 

 

I legali, nel ricorso, parlano di "manifesta illogicità della motivazione" di secondo grado "in ordine alla ritenuta violenza sessuale" che, secondo la difesa "non vi è stata, o, quantomeno, non risulta in alcun modo provata". "È lo stesso Guede ad aver ammesso sin da subito di essere stato in quella casa nel momento del delitto - si legge nelle 48 pagine di motivazioni - e di avere avuto un approccio sessuale con la vittima, con la conseguenza che è assolutamente naturale che il tampone vaginale abbia individuato il suo aplotipo Y, nonchè che tracce del suo materiale biologico siano state rinvenute sugli indumenti indossati da Meredith Kercher".

 

"Al riguardo - scrivono ancora i legali -, la Corte si limita semplicemente a dare atto che 'la scienza medica, attraverso i consulenti e periti, non è stata in grado di concludere per l'esistenza o meno della violenza sessuale', decisamente troppo poco per ritenere superato l'esito di un incidente probatorio".

 

"Non poter definire se si sia trattato di attività sessuale consenziente o meno - secondo i legali -, significa, sotto il profilo strettamente processuale, escludere che vi sia la prova dell'avvenuta violenza sessuale". Per la difesa dell'ivoriano, inoltre, il movente dell'omicidio non è il sesso ma "è stato lo stesso Guede a svelarlo: è l'ammanco di soldi, denaro che era stato prelevato da Meredith per pagare l'affitto, circostanza questa conosciuta dalle sue coinquiline, ivi compresa Amanda Knox".

 

Per i legali, poi, la Corte ha ritenuto provato il concorso "prescindendo tuttavia dalla dimostrazione di tutti gli
elementi essenziali per la sua rilevanza penale, nella sua significazione oggettiva e soggettiva, omettendo altresì di dimostrare in maniera piena quel collegamento materiale, funzionale o solo psicologico, anche atipico, che pure è imprescindibile in ogni fattispecie di reato concorsuale». Per l'omicidio della studentessa inglese è in corso a Perugia il processo di appello a Raffaele Sollecito e Amanda Knox, condannati in primo grado rispettivamente a 25 anni e 26 anni di reclusione.

 

I due ex fidanzatini torneranno in aula sabato prossimo, quando la Corte si pronuncerà probabilmente sulle richieste avanzate dalle difese.