Perugia, 15 ottobre 2010 - La maxi-inchiesta sta per esplodere. E da ieri è ufficiale un elemento inquietante che punta dritto al cuore della Regione: le indagini dei carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Sergio Sottani, potrebbero coinvolgere anche l’assessore regionale alla sanità (e prima al bilancio), Vincenzo Riommi.

 

La notizia filtra dagli atti depositati dalla procura al tribunale del Riesame di Perugia, che martedì deve decidere sui sequestri eseguiti nei confronti di Sandra Santoni, ora dirigente dell’Asl 3 di Foligno e prima capo di gabinetto della presidente Maria Rita Lorenzetti, e di David Alpaca, il giovane folignate che con le proprie richieste di un posto di lavoro e le minacce di rivelare le presunte trame illegali della politica, ha innescato il polverone.

 

In uno dei decreti di autorizzazione del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Perugia, Marina De Robertis, si fa infatti esplicito riferimento non solo all’assessore alla sanità, ma anche a un nuovo filone di indagine: quello relativo al Centro regionale di Protezione civile inaugurato a Foligno l’estate scorsa.

 

È il 22 dicembre 2009 quando il gip, richiamando l’informativa dei carabinieri del Roni del giorno precedente, e "vista la richiesta del pm", "autorizza per quindici giorni" l’intercettazione sul cellulare della Regione in uso alla Santoni e motiva spiegando che dal dossier dell’Arma è emerso un quadro di favoritismi e di assunzioni in cambio di voti.

 

"Elementi di indagine che possono ravvisarsi — scrive lo stesso giudice — a carico dell’assessore regionale Vincenzo Riommi, di Sandra Santoni, dei consiglieri regionali Luigi Masci (in carica nella passata legislatura) e Luca Barberini (attualmente in carica), presidente della Vus".

 

È la stessa De Robertis a specificare che gli accertamenti si rendono necessari anche in riferimento al Centro di riferimento della Protezione civile di Foligno. Ma c’è un passaggio ambiguo nel decreto. Il gip infatti scrive che "è necessaria l’intercettazione a carico di Riommi e della Santoni". Ma la richiesta — almeno per quel numero di protocollo — è stata presentata, e infatti accolta, per la sola Santoni.

 

Solo nei prossimi giorni sarà possibile capire se e quale ruolo Riommi — un passato da vicesindaco di Foligno, prima di sbarcare con incarichi sempre più rilevanti a Palazzo Donini — abbia nell’inchiesta e se sia stato formalmente indagato ed, eventualmente, per quale reato.

 

All’assessore, infatti, non è stata recapitata alcuna informazione di garanzia. Ma la legge prevede che l’indagato sia "avvisato" dell’indagine in corso a suo carico solo quando gli inquirenti debbano procedere a un atto ‘garantito’, come una perquisizione o un interrogatorio.

 

Gli atti depositati al Riesame sono solo briciole rispetto al materiale investigativo in mano al pubblico ministero, che ha omissato gran parte delle 1.900 pagine dell’informativa del 27 agosto scorso (ma non quella del dicembre precedente), coprendo i nomi di tutti i personaggi coinvolti nell’indagine.

 

Dai decreti depositati emerge, però, anche che il gip ha autorizzato l’intercettazione in entrata e in uscita del telefono dell’ex consigliere Luigi Masci (decreto del 19 luglio scorso) e il posizionamento di una microspia nell’auto, una Alfa Romeo, del politico folignate che nei giorni scorsi aveva smentito il proprio coinvolgimento nell’inchiesta.

 

Già oggi la procura dovrebbe depositare gli atti relativi alla richiesta di Riesame avanzata anche dal direttore dell’Asl 3, Gigliola Rosignoli, anche lei intercettata per mesi interi e perquisita nei giorni scorsi, come pure il sindaco di Foligno, Nando Mismetti, e l’ex presidente della Valle umbra servizi, Luca Barberini.