Perugia, 13 ottobre 2010 - Amanda e Raffaele di nuovo insieme, faccia a faccia e da soli nella sala colloqui del carcere. Così, almeno sperano. Gli ex fidanzati, condannati in primo grado per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher avvenuto nel novembre 2007, non hanno mai smesso di scriversi.

 

Adesso però vogliono di più, vogliono incontrarsi. Per parlare, per scambiarsi opinioni senza i flash dei fotografi e i taccuini dei giornalisti che hanno immortalato e descritto ogni loro sguardo che si è incrociato durante le 51 udienze del processo in cui sono stati condannati: 26 anni per la studentessa di Seattle, uno in più dell’ingegnere di Giovinazzo per aver accusato del delitto il povero Patrick Lumumba che, invece, quella notte in via Della Pergola non c’è mai stato.

 

Sì, vogliono incontrarsi di nuovo prima dell’inizio del processo d’appello in programma il 24 novembre. C’è una richiesta da parte di Knox e Sollecito, al vaglio degli organi dell’amministrazione penitenziaria: inoltrata qualche settimana fa, non ha per ora ricevuto risposta. Sentono il ‘bisogno’ di parlarsi, Foxy Knoxy e Raffaele. Certo, continuano a mandarsi messaggi per corrispondenza; ma se dovesse essere accolta quell’istanza, allora tornerebbero a sedersi uno di fronte all’altra, senza filtri (e senza nessuno che origli).

 

Soltanto un agente penitenziario potrà ‘spiarli’ da un vetro. Potranno finalmente dirsi quello che non hanno più potuto da quella notte in questura in cui lui le accarezzava i capelli biondi e si scambiavano effusioni nella sala d’attesa, prima che il castello di contraddizioni e mezze bugie — come sostengono i pm — venisse giù. I loro destini si sono uniti, poi allontanati anche per via di alcune strategie difensive, poi di nuovo intrecciati quando insieme hanno tentato di scaricare tutte le colpe su quel Rudy Guede che invece ha scelto una strada diversa dalla loro con il rito abbreviato: prima 30, poi 16 anni di condanna, ancora in attesa della Cassazione.

 

"Pensi che ci faranno abbracciare, quando il giudice ci assolve?", si domandava Amanda prima della sentenza della Corte d’assise di Perugia. "Mi piacerebbe visitare qualunque posto volessi farmi vedere — fantasticava l’americana — oppure ospitarti a Seattle per una visita, se vuoi". Quelle lettere, d’altronde — come quelle che ancora vengono recapitate all’ex fidanzato, trasferito a Terni appena ottenuta la laurea in cella — erano piene di smile e cuoricini.

 

Una cosa è certa: Raffaele non ha mai dimenticato il suo primo vero amore, quella storia breve ma intensa nata durante un concerto di musica classica. E finita nel vicolo cieco di un delitto.