Perugia, 25 agosto 2010 - È stato morso all’improvviso da un ragno velenoso. La gamba ha cominciato a gonfiarsi, ha avuto la febbre alta ed è stato ricoverato in osservazione al Santa Maria della Misericordia. A Perugia è allarme "ragno violino" (nome scientifico Loxosceles rufescens Dufour). Una specie presente lungo tutta la penisola e che sta diffondendosi anche in Umbria.

 

Lo sa bene uno studente universitario che è stato morso, probabilmente nella sua abitazione, ed è stato trasportato al Pronto soccorso. Il ragazzo è stato tenuto quattro giorni in osservazione. "Non riuscivo più a muovere la gamba", racconta .

 

L’episodio risale al venti giugno. "Sono stato morso di sera, pensavo fosse una comune e banale puntura di zanzara - dice -. Ma al mattino la gamba era gonfiata, c’era una vistosa chiazza nera sul ginocchio". Il giovane ha avvertito parenti e amici, poi la corsa in ospedale. "I medici mi hanno detto che poteva trattarsi di un morso di un comune ragno o di uno scorpione e dopo le prime cure sono ritornato a casa. Ma i giorni successivi il dolore era diventato insopportabile e la gamba continuava a gonfiarsi. Non riuscivo più a muoverla, ho avuto paura e così sono riandato in ospedale. Analisi, antibiotici e cortisone, poi la sentenza: è un ragno violino". Un caso analogo si era verificato un anno fa.

 

il ragazzo abita a Perugia, frequenta l’Università di Economia, ha 22 anni. Da due mesi è costretto a curare la ferita, perché per "rimarginarsi ci impiega diversi mesi e in casi gravi anche un anno", dice. Il pericolo però resta in agguato. Il ragno violino - sostengono gli esperti - si nasconde nelle abitazioni, in angoli bui. Spesso si può trovare anche all’interno delle lenzuola e della biancheria gettata a terra.

 

È uno dei pochi ragni velenosi viventi in Italia, è scarsamente aggressivo ma il suo morso causa edemi, necrosi ed ulcerazioni alle parti colpite, sintomi generalmente accompagnati da febbre. Il morso è indolore, la manifestazione avviene dopo circa sei ore. Il giovane universitario continua a curarsi, ma la ferita ancora non guarisce.

 

"Casi come questi si verificano una-due volte all’anno - dice il responsabile del Pronto soccorso, Mario Capruzzi - e danno luogo a ulcere e ferite profonde che necessitano il ricovero ospedaliero. Invece sono molto più frequenti le punture di insetti, anche quindici persone a settimana arrivano al Pronto soccorso".