Perugia - 8 luglio 2010 - Fotovoltaico? Disco verde nelle aree più «compromesse», come quelle adiacenti alle discariche, alle ferrovie e agli elettrodotti. Vietata invece l’installazione degli impianti nei centri storici, vicino agli edifici di particolare interesse architettonico e paesaggistico, nelle aree boscate e nei parchi, nei terreni con produzioni agricole di qualità e nelle aree classificate come beni paesaggistici.

 

Con l’emanazione dell’atto che fissa i nuovi indirizzi per la realizzazione degli impianti fotovoltaici, la Giunta regionale ha dato concretezza a una delle priorità del programma di legislatura, conciliando tutela dell’ambiente, del paesaggio e sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili. Lo ha ribadito ieri l’assessore all’ambiente Silvano Rometti, illustrando la delibera che detta «Indirizzi e criteri per la minimizzazione dell’impatto paesaggistico connesso alla realizzazione di impianti per la produzione di energia, mediante l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili (solare fotovoltaica) con moduli al suolo e potenza superiore a 20 kw». Scopo della disposizione è appunto la salvaguardia di porzioni importanti del territorio umbro, evitando così la proliferazione selvaggia degli impianti.

 

«Per la localizzazione del fotovoltaico — ha precisato Rometti — sono da preferire le aree produttive e quelle compromesse, come quelle di pertinenza o adiacenti alle reti infrastrutturali viarie, ferroviarie, alle reti elettriche di alta tensione, alle aree produttive artigianali e industriali, a quelle utilizzate per depuratori, impianti di trattamento, recupero e smaltimento rifiuti e aree di cava e di giacimento di cava, stabilendo per queste aree specifici criteri. Per tutelare ambiente e paesaggio e scongiurare tentativi di elusione della normativa — ha concluso — proponendo progetti di potenza frazionata al di sotto dei limiti di legge, ma che nel complesso formerebbero un progetto da sottoporre a valutazione d’impatto ambientale, la delibera introduce la necessità di verificare la non sussistenza di effetti cumulo stabilendo che se la distanza è inferiore a 500 metri debba essa richiesta in via precauzionale una procedura di verifica di via».

 

«L’atto, che contiene anche un vademecum — ha rilevato il direttore regionale all’ambiente, Luciano Tortoioli, presenti anche Alfio Todini, coordinatore della commissione ambiente dell’Anci e il dirigente del servizio ambiente Endro Martini — sarà recepito dal Piano paesaggistico regionale che si prevede di approvare entro il 2010». «Con questo atto — ha spiegato Todini — si fissano criteri certi e si fa chiarezza sulle competenze, come richiesto dai Comuni ai quali viene riassegnato il rilascio delle autorizzazioni per gli impianti fino a 1 Mw, ora affidati alle Province. I Comuni potranno dare ora risposte in tempi certi e con un’uniformità di lettura alla crescente domanda per l’installazione di impianti fotovoltaici. Di fondamentale importanza è la norma transitoria con cui si eliminano problemi che si sarebbero potuti verificare per i progetti già presentati».

 

La delibera ha incontrato anche l’«ok» del capogruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio regionale Oliviero Dottorini: «Le nostre richieste paiono aver ottenuto dei risultati: il fotovoltaico non è più un tabù. Adesso però — ha osservato Dottorini — occorre mettere mano ad un nuovo piano energetico regionale, non è più possibile procedere con interventi spot».