Perugia, 10 novembre 2009 - Lo scrive il pubblico ministero, Giuliano Mignini, nella richiesta di convalida al gip Massimo Ricciarelli dell’arresto di Adams per omicidio aggravato dai futili motivi, tentato omicidio del carabiniere scelto del Gis (gruppo intervento speciale), resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di arma da fuoco, una calibro 22 Long Rifle Lead Round, e 50 cartucce. Tre colpi hanno raggiunto il collega di lavoro Marcin Kulisiewicz, la presunta 'spia', altri dieci sono stati esplosi contro i carabinieri che per unidici ore hanno tentato di convincere il sudafricano a uscire di casa, dove si era barricato dopo il delitto.

 

Ieri mattina Adams, assistito dall’avvocato Diletta Romizi, si è avvalso della facoltà di non rispondere e il giudice ha applicato la misura cautelare in carcere per un anno. "Era sconvolto - ha detto il legale -, non ce la faceva a parlare". Non era in grado di raccontare, di spiegare i tanti perché - se ci sono - di quel gesto assurdo, di quel massacro di un giovane padre di famiglia.

 

Sembra infatti che nei giorni scorsi Adams avesse ‘confidato’ a Marcin di fare uso di droga (anche se le analisi compiute lo hanno escluso e nessuno aveva mai sospettato tale eventualità) e che poi temesse che il collega lo avesse riferito al datore di lavoro e alle forze dell’ordine. "Aveva sognato che Marcin faceva la spia" avrebbe riferito un testimone a verbale agli investigatori che stanno ricostruendo le fasi preliminari dell’omicidio.

 

Nei giorni precedenti al delitto in effetti, il sudafricano aveva minacciato di morte il polacco. Ormai era convinto che stava cospirando contro di lui e il sogno di una notte lo aveva sconvolto. Era divenuto un incubo.
Scrive il magistrato: "...dopo la scoperta del cadavere di Kulisiewicz, sul telefono cellulare del defunto vi è stato uno scambio di chiamate tra quest’ultimo e Adams (dalle 20.48 alle 21.13) come se i due avessero un appuntamento nella casa di Kulisiewicz; erano risultati diverbi tra i due; addirittura emergeva che il defunto aveva riferito ad una cugina di essere stato minacciato di morte da Adams; il titolare della ditta dove il defunto e Adams lavoravano ha riferito di un atteggiamento ostile di quest’ultimo verso il defunto...".

 

Dopo aver trovato il polacco morto - intorno alle 22.30 - i carabinieri sono andati subito a casa del sudafricano "vi hanno trovato l’Adams barricato, armato di pistola che, urlando, ha rivendicato l’uccisione del ‘polacco’...". Agli atti dell’inchiesta è confluita nelle ultime ore anche la testimonianza di una vicina di casa di Kulisiewicz che avrebbe sentito tre spari e poi visto allontanarsi Adams a bordo di un’auto.

 

L’autopsia, svolta domenica dal professor Mauro Bacci e dal dottor Gualtiero Gualrieri (presente il consulente di parte Saverio Trotta), ha in effetti confermato che Kulisiewicz è stato raggiunto da tre proiettili: due alla tempia in successione, uno al sopracciglio, quando probabilmente la vittima era già a terra o si stava accasciando. Un’esecuzione in piena regola.