Perugia, 9 novembre 2009 - L’esame autoptico non ha evidenziato invece alcun segno di colluttazione: sintomo che Marcin non ha avuto nemmeno il tempo di reagire al suo assassino. Secondo gli inquirenti è stato colto di sorpresa e non ha potuto reagire alla calibro 22 puntata sulla faccia che avrebbe esploso i colpi in rapida successione. All’esame autoptico era presente pure il consulente di parte dottor Sergio Saverio Trotta, nominato dal difensore dell’indagato, avvocato Diletta Romizi.

 

Quest’ultima ieri mattina si è incontrata col collega Michele Cancellieri, il legale della compagna dell’omicida (presente al faccia a faccia), proprio per venire a conoscenza diretta del suo assistito che peraltro ha avuto modo di incontrare personalmente sabato nel carcere perugino di Capanne. Al suo avvocato, Kurt Salwin Adams è apparso ovviamente ancora stravolto e, di fatto, l’argomento che lo ha portato a compiere il delitto non è stato affrontato. Resta confermato il movente del litigio dovuto a problemi nell’ambiente lavorativo, e comunque il legale per ora non si pronuncia relativamente alla possibile strategia difensiva. Come nuovo elemento relativo alle indagini, si è saputo che l’ultima telefonata tra i due nella serata di giovedì e poco prima dell’omicidio, c’è stata alle 21,37.

 

Stamattina intanto il sudafricano trentenne, che per sfuggire alla cattura si era barricato in casa per poi sparare ad un carabiniere del Gis ancora ricoverato in ospedale a Perugia, alle 9,30 comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Perugia, Massimo Ricciarelli, per la convalida dell’arresto. Il pubblico ministero Giuliano Mignini che sarà presente all’interrogatorio ha chiesto la misura cautelare per omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi, resistenza a pubblico ufficiale, il tentato omicidio del militare del Gis, e il porto abusivo di arma da fuoco. La calibro 22 infatti era regolarmente detenuta dalla compagna di Adams.