"Luigi Chiatti è ancora pericoloso". Sarà ricoverato in una casa di cura

Lo decide il tribunale di Sorveglianza. Scarcerato a settembre

Luigi Chiatti,  il «mostro di Foligno»

Luigi Chiatti, il «mostro di Foligno»

Umbria, 30 luglio 2015 - SETTEMBRE si avvicina e la decisione era attesa. Il tribunale di sorveglianza di Firenze ha accertato la pericolosità sociale di Luigi Chiatti e quindi ha dichiarato eseguibile la misura di sicurezza in una casa di cura e custodia per un periodo minimo di tre anni. Insomma, quando il «mostro di Foligno» (così si definì lui stesso durante il processo) uscirà dal carcere per «fine pena» non sarà rimesso ‘in libertà’. Dovrà trascorrere tre anni in una di quelle strutture che adesso vengono definite di custodia e cura, non più ospedali pischiatrici giudiziari.

IL TRIBUNALE di sorveglianza, quindi, ha confermato quanto stabilito dalla corte d’assise di appello di Perugia, che ordinava di ricoverare Chiatti in una struttura una volta scontata la pena. Respinto, quindi, il ricorso della difesa del geometra folignate. La pagina che lo riguarda è una delle più dolorose della città, una ferita che ancora non è rimarginata e che, anzi, difficilmente, potrà mai esserlo. L’incubo iniziò il 4 ottobre del 1992, quando Chiatti, oggi 48 anni, uccise il piccolo Simone Allegretti di soli tre anni. Chiatti tornò a replicare l’orrore il 7 agosto del 1993, con l’assassinio del tredicenne Lorenzo Paolucci. Secondo il tribunale di sorveglianza il geometra folignate presenta tuttora «aspetti di particolare gravità che inducono a ritenerlo persona socialmente pericolosa». La diagnosi è di «disturbo delirante». Chiatti, infatti avrebbe trovato nelle Sacre Scritture la spiegazione dei suoi omicidi. Per il tribunale di sorveglianza «una volta libero o anche solo meno protetto» Chiattti potrebbe «agire nuovamente e non necessariamente contro minori ma anche contro qualunque persona o contro se stesso». Queste sono le ragioni per le quali, secondo i giudici, il geometra «deve vivere in un ambiente totalmente controllato che lo protegga e dove dovrà essere seguito soprattutto da un punto di vista psicofarmacologico e psicoterapeutico».

«NESSUNA sorpresa in relazione al rigetto del ricorso proposto dai difensori di Chiatti, la cui pericolosità sociale non potrà essere messa in discussione, né oggi né in futuro - dichiara Giovanni Picuti, legale dei familiari delle vittime –. Il provvedimento, tuttavia, non offre alcuna soluzione di natura pratica. Esso non incide sulla sostanziale e definitiva risoluzione della vicenda omicidiaria. Il periodo di internamento stabilito dalla corte d’assise in considerazione della avvenuta soppressione degli Opg, dà poche garanzie. Le nuove strutture che il ministero della Sanità dovrà predisporre non possono costituire validi equipollenti alle carceri giudiziarie, i soli luoghi in grado di prevenire rischi di reiterazione di così gravi reati come quelli commessi dal ‘Mostro di Foligno’, che tale era e tale rimane. Il controllo dell’internato – conclude l’avvocato Picuti –, fissato per la durata di tre anni, non può essere demandato ad infermieri o medici».