Chef si diventa... dietro le sbarre. «Golose Evasioni» al carcere di Capanne

Domani sera la cena-evento che segna il traguardo del progetto per il reinserimento dei detenuti

IL MAESTRO Lo chef Giancarlo Polito

IL MAESTRO Lo chef Giancarlo Polito

Perugia, 20 Aprile 2015 – Quindici nuovi cuochi che hanno imparato l’arte di far da mangiare ai più sofisticati clienti. Una cena di 250 persone è il banco di prova che li vedrà impegnati sotto la guida di uno chef d’eccellenza, Giancarlo Polito. La nuova ‘frontiera’ di un mondo del lavoro sempre più difficile, stavolta, è dietro le sbarre del carcere di Capanne a Perugia – diretto dalla dottoressa Dina di Mario – dove, anche quest’anno (dopo il successo dello scorso anno) tornano «Golose evasioni», che saranno accompagnate anche dalla performance del clarinettista Gabriele Mirabassi e del chitarrista Roberto Taufic. Saranno loro, quanti stanno pagando con la detenzione i loro sbagli nella società, a preparare la cena a pagamento in programma per mercoledì sera. E metteranno a tavola anche il cardinale Gualtiero Bassetti, il sottosegretario alla giustizia, Cosimo Ferri, il prefetto Antonella De Miro, il sindaco Andrea Romizi, Luisa Todini, presidente di Poste italiane, Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio e Andrea Fora, presidente Federsolidarietà-ConfCooperative. Ma anche i vertici della magistratura, come il presidente della Corte d’appello Wladimiro De Nunzio e il procuratore generale Giovanni Galati. E poi avvocati, pm, imprenditori, assessori e onorevoli. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto «Intra: azioni integrate per la transizione al lavoro delle persone detenute», finanziato dalla Provincia di Perugia e gestito dalla cooperativa sociale Frontiera Lavoro in collaborazione con l’Unione Regionale Cuochi Umbri. Il corso di «Addetto alla cucina» ha previsto 150 ore di lezione ed ha offerto a 15 detenuti del reparto penale «la possibilità di apprendere un mestiere spendibile nel mercato del lavoro, una volta terminato di scontare la pena detentiva». «La nostra idea – sostiene Roberta Veltrini, presidente di Frontiera Lavoro – è quella di far sentire utili queste persone e aiutarle a reinserirsi nella società a cominciare dal mondo lavorativo, elemento imprescindibile del trattamento educativo. Ecco perché occorre favorire la partecipazione dei detenuti alle attività formative, che risultano indispensabili per l’acquisizione di qualifiche utili per la collocazione nel mercato ordinario del lavoro al momento della dimissione dall’istituto». Carcere, quindi, come vero luogo di recupero. Gli allievi-chef sono stati 4, già ammessi al lavoro esterno e impegnati nel tirocinio formativo di sei mesi nei migliori ristoranti perugini, insieme ad altri 11 detenuti che, divisi in due turni, preparano ogni giorno il pranzo e la cena per la popolazione dell’istituto. «E’ un’esperienza bellissima, ricca di soddisfazioni. La mia speranza è di poter fare anche in futuro questo lavoro», dice Angelo, 30 anni. Detenuto-chef.

Erika Pontini