Caso-mercatino, l’ira dei commercianti: "Perderemo il 70 per cento degli incassi"

Bocciata la decisione del Comune di spostare i banchi alla domenica

Il mercato del sabato

Il mercato del sabato

Perugia, 1 agosto 2014 - LA DECISIONE del Comune di spostare alla domenica il mercatino di Pian di Massiano quando il Perugia calcio giocherà le partite di sabato pomeriggio sta creando inevitabili e numerosi malumori. Con note polemiche anche da parte di esponenti della maggioranza che appoggia il sindaco. Intanto il presidente di Fiva Umbria (l’associazione degli operatori su area pubblica aderente a Confcommercio), Massimiliano Baccari, dice che la «scelta del Comune non fa chiarezza sul problema e non consente alle imprese di avere gli strumenti per poter programmare l’attività, né ai consumatori di capire cosa di fatto devono aspettarsi». 

«NON RISULTA chiaro — sottolinea — se la valutazione della Questura sulla eventuale incompatibilità dello svolgimento nel giorno di sabato sia del mercato che della partita verrà fatta ad inizio campionato per tutte le gare interne, e quindi si avrà un calendario preciso e complessivo, oppure sarà compiuta di volta in volta. Fermo restando la nostra netta contrarietà allo slittamento alla domenica del mercato e ferme, in alternativa, le nostre proposte di anticipare la chiusura e di posticipare leggermente l’orario delle gare — continua Baccari — se l’ipotesi operativa fosse addirittura quella di decidere gara per gara a ridosso dello svolgimento, saremmo di fronte alla peggiore delle soluzioni. 

COME DOVRANNO regolarsi i 170 operatori di Pian di Massiano? Come dovranno programmare gli acquisti e l’attività? E i consumatori, come si orienteranno tra continue variazioni, tra sabato e domenica? Tutte le campagne informative del mondo non servirebbero a fare chiarezza, ad evitare confusione, a fronte di una abitudine ormai consolidata. Né la Questura né il Comune possono ignorare due dati di fatto: spostare il mercato alla domenica significa far perdere alle imprese dal 50 al 70% degli incassi e privare altresì i consumatori della possibilità di acquistare beni di prima necessità a prezzi molto convenienti». 

CRITICO Tommaso Bori del Pd: «Sindaco e Giunta hanno scelto di non scegliere e — spiega — con una soluzione burocratica e pilatesca, abbandonare le 170 famiglie degli operatori economici». Dura infine la presa di posizione del consigliere di Forza Italia, Massimo Perari: «La scelta della Giunta penalizza fortemente un settore già vessato dalla crisi». Per Claudia Bastianelli (Psi): «Sul mercato la Giunta decide di non decidere».  m.n.