Giovedì 18 Aprile 2024

Cartasegna, ispettori Inps da Roma. E Romizi sollecita la commissione

Un «doppio binario» sul maxi-vitalizio al legale del Comune

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Perugia, 21 gennaio 2015 - L’INPS invia a Perugia due ispettori da Roma per approfondire il caso-Cartasegna, il sindaco Andrea Romizi sollecita la commissione d’indagine interna a preparare una relazione sullo stato delle cose e il capogruppo di Forza Italia, Massimo Perari, sta per depositare l’atto con il quale verrà chiesto di revocare definitivamente le 19 cause pendenti in mano al legale. Sono due i binari paralleli di questa vicenda che vede protagonista l’ex avvocato del Comune, Mario Cartsegna, che percepisce una pensione da 20.100 euro netti al mese.

IL PRIMO binario interessa direttamente la pensione del professionista: è l’Inps nazionale ad aver messo la lente di ingradimento sulla questione, sospendendo il decimo riconteggio (di cui ha diritto il lavoratore che dopo la messa a riposo continua a versare i contributi, ndr): il caso fino a pochi mesi fa era in mano infatti all’Inpdap. I due ispettori sbarcati da Roma hanno chiesto la documentazione completa, mentre l’ufficio legale della direzione umbra sta approfondendo se ci sono margini per valutare un eventuale difetto di giurisdizione (Tar-Corte dei Conti).

L’ALTRO binario riguarda gli incarichi legali ancora in mano a Cartsegna. Romizi ha chiesto alla Commissione interna di preparare una relazione finale per capire cosa sia accaduto in questi anni e perché – ad esempio – il Comune non si sia costituito in giudizio nel ricorso dell’avvocato al Tar dell’Umbria nel lontano 1997 visto che l’ente lo ha sempre fatto nei ricorsi intrapresi al Tar dai suoi dipendenti.

IL LEGALE infatti negli anni ’90, valutata una sentenza del Tar del Lazio che riconosceva ai legali del Comune di Roma il diritto di calcolare sulla pensione anche la percenutale delle cause vinte, chiese un parere in merito al Ministero del Tesoro. Che però rispose: «Non se ne parla, la pensione si calcola solo sullo stipendio». Cartasegna si appellò al Tar dell’Umbria appunto, che nel ’97 gli diede ragione e riconobbe le sue pretese fondate. L’Inpdap non appellò mai quella sentenza.

«NON C’È ANCORA un atto formale da parte della giunta sulla eventuale revoca dell’incarico – spiega il primo cittadino –. La valutazione dovrà essere fatta in modo molto attento. Di sicuro c’è già però un atto molto chiaro che la scorsa primavera approvò il Consiglio comunale, quindi...».

IN QUELL’ORDINE del giorno (approvato all’unanimità) veniva chiesto un impegno molto preciso alla giunta che era quello di revocare l’incarico al professionista. Romizi sembra dunque intenzionato a procedere per quella strada. A rafforzare tutto il documento di Perari, che sarà depositato nelle prossime ore.