Carabiniere a luci rosse. Il brigadiere si difende: 'Lei era consenziente'.

Ma la ragazza conferma le accuse di violenza sessuale. Al vaglio degli investigatori altri video-hard

L’avvocato Nicola Di Mario

L’avvocato Nicola Di Mario

Perugia, 13 febbraio 2016 - LUI, IL CARABINIERE, nega. La ragazza, che ha un problema di deficit relazionale, conferma. La giovane è stata sentita giovedì nell’ambito di un’audizione protetta, presente uno psichiatra, per ricostruire quanto accadde nei video-hard sequestrati al brigadiere di Gualdo Tadino, agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale. Secondo quanto emerso la ragazza ha confermato la ricostruzione accusatoria, e cioè che fu indotta dal sottufficiale a girare quelle immagini. Poche ore dopo, davanti al giudice Alberto Avenoso, arriva la difesa di Stefano Tittarelli, 53 anni, secondo cui non solo la ragazza era consenziente, ma lui non sapeva in alcun modo del deficit relazionale, come emerso nel corso delle successive indagini svolte dagli stessi investigatori dell’Arma.

TITTARELLI, difeso dall’avvocato Nicola Di Mario, ha spiegato punto per punto le contestazioni mosse, compreso l’incontro con la prostituta spagnola in caserma. Tutto filmato attraverso una telecamera che aveva piazzato anche sul pc dell’ufficio. Secondo la versione difensiva, sarebbe stata la stessa donna a valutare il vantaggio di aver come amico un carabiniere. Nell’ordinanza il giudice aveva riqualificato il reato da concussione a induzione indebita.

IL MILITARE, ora sospeso dal servizio e sul cui comportamento è in corso un’indagine interna, era stato arrestato (ai domiciliari) una settimana fa in esecuzione di un’ordinanza di custodia. Tutto era cominciato dalla denuncia di una sedicenne adescata ai «Giochi de Le Porte», di cui Tittarelli è stato anche Priore. Analizzando poi la memoria di tablet e computer erano emersi filmati sia con la ragazza che con la prostituta.

MA NON SOLO: Tittarelli sembra che abbia ripreso anche incontri sessuali con altre donne, che ora potrebbero essere sentite nell’ambito dell’indagine. Comportamenti che fanno scrivere al giudice: «Non vi è dubbio, come il pm ha correttamente esposto, che il prevenuto ha manifestato una personalità ai limiti del patologico, soprattutto sotto il profilo dell’equilibrio e delle inibizioni sessuali, non sapendo arrestarsi di fronte a una compulsiva e costante ricerca di soddisfacimento dei suoi più bassi istinti sessuali, addirittura filmando le proprie prestazioni».

MA CIÒ CHE è ancor più inquietante è che Tittarelli avrebbe «sfruttato la propria posizione di formale credibilità e di concreto potere con soggetti o non in grado di difendersi o in posizione di subalternità». Nelle prossime ore il giudice deciderà sull’istanza di revoca della misura avanzata dalla difesa.