Carabiniere ucciso in caserma, la svolta dalla perizia balistica

La famiglia Lucentini: «Vogliamo capire cosa è accaduto quel giorno»

La vittima, Emanuele Lucentini

La vittima, Emanuele Lucentini

Perugia, 6 luglio 2015 - LA SVOLTA, in un’inchiesta difficile e delicata, è affidata alla perizia balistica. Che, secondo indiscrezioni, potrebbe stabilire non solo la traiettoria orizzontale del proiettile che ha ucciso l’appuntato scelto Emanuele Lucentini (e una distanza di meno di un metro tra sparatore e vittima), ma risolvere il vero enigma del caso: se il colpo sia partito per sbaglio dall’M12 d’ordinanza (modello S2, quello con la doppia sicura) – in seguito ad una catena di errori e coincidenze – oppure no.

LA PROCURA di Spoleto – diretta da Alessandro Cannevale – è blindata, ma questi sono giorni di fermento per arrivare a chiudere il cerchio e cominciare a districare il giallo del carabiniere morto in caserma la mattina del 16 maggio scorso. Partendo proprio dai risultati del dottor Emilio Galeazzi di Terni, nominato dal pubblico ministero, Michela Petrini, titolare delle indagini. Galeazzi ha analizzato non solo la mitraglietta sequestrata ma anche il bossolo, finito stranamente sul tettino della gazzella dell’Arma, dalla quale erano appena scesi Lucentini e il collega che ha esploso il colpo. Il militare fu subito indagato e sottoposto anche ai prelievi delle formazioni pilifere. L’appuntato scelto, in particolare, venne colpito mentre stava andando alla sua auto privata, lasciando probabilmente che il collega più giovane rimettesse a posto le armi.

«SE È STATO UN FATALE incidente la vedova cercherà di convivere con questa verità ma tutta la famiglia vuole capire come è andata. Ci chiedono di essere attenti», spiega l’avvocato Giuseppe Berellini che, insieme alla collega Belluccini, assiste i familiari dell’appuntato scelto.

La famiglia ha presentato una nuova istanza alla procura, affinchè consenta ai propri consulenti tecnici – il dottor Sergio Scalise, medico legale, e il professor Martino Farneti, specialista in balistica – di accedere alla scena del crimine. Il cortile interno alla caserma è infatti una zona non aperta al pubblico, in cui sono previsti rigidi controlli per l’accesso. Non è escluso che nei prossimi giorni i legali possano intraprendere iniziative ‘investigative’ autonome, partendo dalle dichiarazioni delle persone che dopo la tragedia hanno avvicinato la vedova.

L’INCHIESTA sulla morte di Lucentini ha scatenato un vespaio. Da una parte l’indagine penale che è stata affidata alla squadra mobile della questura di Perugia che ha già depositato i primi risultati, dall’altra gli accertamenti interni Arma. Nelle ultime settimane sono cambiati oltre al comandante della compagnia di Foligno anche i vertici operativi dei carabinieri a livello provinciale.

Eri.P.