"E’ un’occasione importantissima per aprirsi al mondo"

La cautela con cui gli esperti affrontano le previsioni sulla vendemmia non frena l’entusiasmo di Marco Caprai, "re" del Sagrantino di Montefalco e ambasciatore di Expo 2015

Marco Caprai,  re del Sagrantino  di Montefalco e ambasciatore di Expo 2015

Marco Caprai, re del Sagrantino di Montefalco e ambasciatore di Expo 2015

Perugia, 3 settembre 2015 - LA CAUTELA con cui gli esperti affrontano le previsioni sulla vendemmia non frena l’entusiasmo di Marco Caprai, «re» del Sagrantino di Montefalco e ambasciatore di Expo 2015. Tra le colline umbre dove sorge la cantina «Arnaldo Caprai», si respira un’aria di fiducia e ottimismo. Per il patron dell’azienda, considerato l’artefice del recupero in chiave moderna di un vitigno antichissimo e oggi famoso in tutto il mondo, ci troviamo di fronte ad una «buona annata»: migliore, almeno in termini di quantità, di quella lasciata alle spalle. «Una settimana fa – spiega Caprai – abbiamo iniziato con la raccolta delle uve precoci: Chardonnay, Pinot Nero e Merlot. Per la vendemmia del Sagrantino bisognerà aspettare almeno altri quindici giorni ma le piante sono belle e sane».

Dunque successo assicurato…

«E’ ancora presto per cantare vittoria. Ad oggi però le condizioni sono buone e, in qualche caso, ottime. Le temperature estive elevate hanno accelerato il processo di maturazione delle piante ma questo non ha causato criticità particolari. Per il momento tutto è sotto controllo e se il clima si manterrà mite non ci saranno problemi».

Possiamo parlare di una vendemmia anticipata?

«Il caldo che resiste sta accelerando un po’ i tempi ma il ritmo è abbastanza regolare. La raccolta dei grappoli corre solo più velocemente del solito ma non è estremamente precoce».

Tutta un’altra storia rispetto all’anno scorso…

«Per molti operatori la vendemmia del 2014 è stata tra le peggiori in assoluto, ma io non la considero così drammatica. Gli anni 2012-2013 sono stati molto più difficili sotto il profilo della produzione. La scorsa estate abbiamo avuto a che fare con piogge abbondanti ma tutto sommato siamo riusciti a ricavare un buon prodotto, anche sotto l’aspetto della qualità».

Ci sarà qualche incremento?

«Ci aspettiamo un 10% di quantità in più rispetto all’anno scorso».

Vetrina-Expo: è una buona occasione per far conoscere il vino made in Umbria?

«E’ una chance importantissima, non solo per la nostra regione ma per tutto il Paese. È una chiave incredibile per aprirsi al mondo, mostrando le caratteristiche e i metodi di produzione del settore vitivinicolo del territorio».

Lei ha portato il modello-Montefalco…

«Ho cercato di rappresentare il nostro modo di fare impresa, che è orientato alla sostenibilità non solo ambientale ma anche sociale ed economica. Occorre innovare utilizzando un modello comune per le aziende vitivinicole del territorio».

In che modo esattamente?

«Per competere su un mercato sempre più internazionale e far crescere il settore, serve una sinergia tra operatori e istituzioni. Occorrono maggiori investimenti per far diventare il mondo agricolo ancora più produttivo, specialmente all’estero. Pensi che un produttore medio umbro non supera le 15mila bottiglie l’anno: parliamo di realtà medio-piccole che da sole non riescono a promuoversi fuori dai propri confini».

Quale soluzione suggerisce?

«La riorganizzazione delle Doc, ad esempio, potrebbe essere il punto di partenza. E’ necessario arrivare ad una Denominazione unica che raccolga tutti i vini della regione e che si chiami Umbria. Un solo marchio che concentri in sé le eccellenze locali, da Orvieto a Torgiano passando per Montefalco».

Chiara Santilli