A caccia anche con l’arco e le frecce, ma crollano le iscrizioni

Partita l’annata venatoria. Con tante novità e 3mila appassionati che mancano all'appello

Cacciatore in una foto Crocchioni

Cacciatore in una foto Crocchioni

Perugia, 21 settembre 2014 - COMUNQUE vada, la stagione venatoria 2014-2015 passerà alla storia. Per le novità decise dalla Regione, a partire dall’introduzione della caccia con arco e frecce, e per le immancabili polemiche che ne sono conseguite. Da oggi, però, la caccia è ufficialmente aperta. Un giorno, quello dell’apertura generale che segue le pre-aperture del primo settembre e le due ‘mezze domeniche’, atteso da mesi dalle circa 30mila doppiette censite ufficialmente in Umbria (i due terzi dei cacciatori sono residenti nel territorio provinciale perugino, la parte restante nel Ternano). 

ECCO, QUESTO è il primo dato che salta agli occhi: il popolo delle doppiette è in costante contrazione e ad ammetterlo è la stessa Regione: «Negli ultimi tempi — affermano senza mezzi termini dagli uffici preposti di Palazzo Donini — c’è stato un trend negativo del numero di cacciatori, diminuiti negli ultimi tre anni di quasi tremila unità». Sfondato al contrario, cioè a passo di gambero, il muro delle 30mila unità.

«NEL 2013 — spiega ancora la Giunta — le licenze rilasciate dalla Regione sono state 28.820». Una passione che appare decisamente in crisi, quella per la caccia, ma guai a dare per morto un movimento che ancora conta su un nutrito contingente di appassionati. Certo: nel bilancio complessivo pesano, e non poco, gli alti costi che i seguaci di Diana devono sostenere per mettersi in regola con tutti gli adempimenti, per l’equipaggiamento e per le stesse armi da utilizzare durante le battute.

INTANTO cambiano i cacciatori e cambia la caccia. E’ storia recente quella dell’introduzione dell’utilizzo di arco e frecce per la selezione agli ungulati che tanto ha fatto discutere. Sabato è andata in scena l’ultima protesta, con il banchetto per la raccolta-firme della Lega Antivivisezione installato in via Manzoni, a Ponte San Giovanni, con l’obiettivo di costringere l’assessore regionale Fernanda Cecchini a fare retromarcia. Ma questo è ormai il passato, come la preapertura spalmata su tre giornate, due delle quali in cui la caccia era consentita soltanto fino all’ora di pranzo. Un antipasto, appunto, in vista della portata principale. Da oggi i cacciatori sperano di riempire non tanto lo stomaco quanto il carniere, rimasto semivuoto nelle tre giornate di preapertura più che altro per colpa del clima avverso. 

SI SPARA, dunque, e il botto delle cartucce sovrasterà senza dubbio il chiacchiericcio delle polemiche, sperando ovviamente che non ci siano incidenti e che tutti rispettino le norme. E’ bene dunque ricordare le regole. E’ consentito abbattere alzavole, marzaiole, germani reali, tortore, merli, colombacci, cornacchie grige, ghiandaie, gazze, allodole, starne, conigli selvatici, pernici rosse, fagiani, beccacce, beccaccine, tordi e gallinelle d’acqua e tutta una lunga serie di specie che solo gli ornitologi più esperti sono forse in grado di riconoscere compiutamente al primo colpo d’occhio. 

ANCHE GLI AMANTI della caccia alla volpe troveranno soddisfazione a partire da oggi e fino al 14 dicembre. Chi invece dovrà portare ancora un po’ di pazienza sono i cinghialari: l’abbattimento dei cinghiali sarà infatti permesso soltanto a cominciare dal 5 ottobre (e fino al 4 gennaio 2015).