«Covo» per lo spaccio e il consumo di coca: chiuso un bar a Bastia

La polizia interviene dopo una lunga indagine. I due gestori del locale sono ai domiciliari

Un frame dei video girati dalla polizia nel locale

Un frame dei video girati dalla polizia nel locale

ASSISI, 31 maggio 3016 - ANDAVA avanti dal dicembre scorso l’indagine dei poliziotti dell’ufficio anticrimine del commissariato di Assisi, diretto dal vicequestore aggiunto Francesca Di Luca, che - secondo gli investigatori - ha consentito di smantellare quella che loro stessi definiscono una vera e propria «piazza virtuale dello spaccio» di cocaina, con la ‘chiusurà (sequestro preventivo) di un noto locale di Bastia Umbra, dove giovani noti alle forze dell’ordine come assuntori abituali di droga si ritrovavano all’ora dell’aperitivo o del cocktail notturno.

I DUE GESTORI, entrambi poco più che trentenni, da stamani sono ai domiciliari per aver agevolato l’attività di spaccio. Irreperibili, al momento, due stranieri, nei cui confronti è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per spaccio. Denunciati per spaccio due giovani di Cannara. La «merce» richiesta da questo genere di avventori all’interno del locale - si apprende oggi dal commissariato assisano - era sempre in qualche modo disponibile. Presa la droga, le persone, con la dose dentro un pacchetto di sigarette, andavano bagno, a preparare e consumare la propria dose: gli agenti hanno accertato che questo era il luogo dove si poteva «sniffare» da soli, in gruppo, con la fidanzata, addirittura portandosi dietro il bicchiere dell’aperitivo, e anche più volte nell’arco della serata.

LA DROGA, contenuta in involucri di cellophane, veniva disposta sulla mensola per essere preparata con l’ausilio di una scheda rigida tipo carta di credito oppure sullo smartphone. La dose veniva poi inalata attraverso cannucce o banconote arrotolate. Per raccogliere i residui venivano strofinate le sigarette dopo averle precedentemente inumidite con la saliva. A volte, la cocaina veniva trovata dal consumatore direttamente sulla mensola dell’antibagno, già pronta per essere assunta, lasciata a disposizione dal cliente che usciva, oppure veniva nascosta dentro un armadietto o il vano caldaia, per essere presa dal cliente che entrava in bagno. L’indagine ha documentato che all’interno del locale in poco meno di un mese ci sono state circa 130 ‘consumazionì e una decina di cessioni di droga: più di 30 i consumatori identificati. Le indagini sono ancora in corso.