Caos Banca Marche: "Risparmiatori traditi anche a Terni"

Giuseppe Alunni, presidente dell'associazione "Articolo 20" lancia l'allarme

Banca Marche

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Terni, 26 novembre 2015 - Il "pacco" è arrivato anche a Terni. Il Decreto legge con il quale il Governo Renzi pochi giorni fa ha salvato quattro istituti di credito (Banca Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, CariChieti) sostanzialmente attraverso il recupero del valore delle azioni e delle obbligazioni subordinate, ha colpito anche molti risparmiatori ternani che d'un tratto si sono ritrovati con i loro investimenti volatilizzati.

In alcuni casi hanno perso i risparmi di una vita. Secondo l'imprenditore ternano Giuseppe Alunni, presidente dell'Associazione "Articolo 20" con la quale da anni assiste molti altri suoi colleghi in quella che lui definisce "la quotidiana guerra con le banche", con il salvataggio di Banca Marche così come disegnato dal Governo a Terni sarebbe andato in fumo qualche milione di euro. "Banca Marche è attiva con due filiali in città - dice Alunni - più una a Narni.

Sappiamo per certo che agli sportelli si stanno già recando numerosi azionisti per capire cosa sta accadendo. Da quel che consta, infatti, ancora nessuna informazione ufficiale è arrivata dai vertici dell'istituto di credito, anche perchè nei fatti la Banca non esiste più. Fino a venerdì 20 novembre, infatti, c'era Banca Marche, dalla quale stando ai racconti di diversi investitori che ci stanno già contattando venivano comunque fornite notizie del tutto tranquillizzanti circa l'imminente futuro. Poi, lunedì 23, con decreto immediatamente esecutivo, Banca Marche non esisteva più: al suo posto Nuova Banca Marche. Azzerate le azioni del vecchio istituto di credito. Definire questa cosa come tradimento è veramente troppo poco".  

C'è da dire che i semplici correntisti non rischiano, né hanno perso nulla perchè sono comunque coperti dal nuovo istituto di credito. Tuttavia sono migliaia gli azionisti che in pratica non hanno più azioni e di conseguenza non hanno più i soldi che in quelle azioni avevano investito. Non solo: ci hanno rimesso anche tutti quelli che hanno acquistato obbligazioni subordinate. "A Terni ci sono diverse persone in questa situazione - agggiunge Giuseppe Alunni - Stimiamo che i soldi andati in fumo in città siano nell'ordine di qualche milione di euro. Due o tre, forse anche di più. A Perugia la cifra è sicuramente di molto superiore. Soldi di tanti piccoli risparmiatori".

Secondo Alunni il problema è molto grave e serio anche perché "esistono casi in cui le obbligazioni subordinate sono state date in garanzia per l'accensione di altri prestiti, e questo riguarda sia imprese che famiglie; per l'economia ternana è un colpo molto, molto forte". L'associazione "Articolo 20" ha già affiancato diversi imprenditori nelle battaglie contro alcune banche sul fronte degli eccessivi interessi richiesti e adesso si mette a disposizione anche dei piccoli azionisti e risparmiatori di Banche Marche.

"Ma è necessario fare presto - dice Alunni - perchè i tempi per protestare quando ci sono di mezzo gli istituti di credito sono sempre brevi. Nel frattempo ci stiamo già muovendo con consulenti esperti di diritto bancario, economisti e insider finanziari. Come nostro costume ci muoveremo nella legalità e nella pacifica convivenza, ma anche con la massima fermezza. Chi ha bisogno di aiuto mi può contattare direttamente in azienda o al cellulare. Stiamo pensando anche di informare e coinvolgere in qualche modo la Prefettura, perchè c'è il rischio che questo caos si trasformi anche in un problema di ordine pubblico. Agli sportelli della banca cominciano a recarsi persone piuttosto arrabbiate e purtroppo i dipendenti dell'istituto, che sono anche loro vittima del sistema, si trovano in un forte imbarazzo e in un grave disagio".