Giovedì 18 Aprile 2024

Ast, l'accordo slitta ancora: appuntamento a venerdì

Dopo un'altra lunga notte di trattative, al ministero dello Sviluppo Economico è fumata nera. Serve più tempo per agevolare le uscite volontarie e trovare l'intesa sugli esuberi FANTASMI IN FABBRICA/

Operai delle acciaierie di Terni manifestano a Roma sotto alla sede dell'ambasciata di Germania

Operai delle acciaierie di Terni manifestano a Roma sotto alla sede dell'ambasciata di Germania

Terni, 27 novembre 2014 - Sembrava fatta e invece niente. Per la vertenza delle acciaierie di Terni questa mattina il conclave al ministero dello Sviluppo Economico ha emesso fumata nera. Alle 5 di mattina il tavolo si è sciolto decidendo di aggiornarsi a domattina alle 9.30. Si prosegue, dunque, con il cammino del gambero: un passo avanti e due indietro. Il motivo potrebbe (condizionale d'obbligo) nella necessità di guadagnare ulteriore tempo per favorire l'uscita volontaria dall'azienda di quegli operai che vista la situazione potrebbero accettare l'incentivo di 80mila euro lordi messo sul piatto dall'amministratore delegato di Ast Lucia Morselli già dalla fine di settembre. E siccome il numero di "volontari" che abbandonano il posto in acciaieria cresce di giorno in giorno (attualmente si sfiorano le 200 unità) la necessità di prendere tempo potrebbe non essere esclusiva dell'azienda. Qualora, infatti, le uscite "volontarie" dovessero arrivare a quota 290 o giù di lì la trattativa potrebbe sbloccarsi in una manciata di minuti perchè a quel punto l'azienda sarebbe disposta a dichiarare "zero esuberi" e tutti uscirebbero dal Mise con una vittoria in pugno: sindacati, azienda e Governo. In questa ottica c'è chi pensa che anche l'aggiornamento di domani mattina possa essere interlocutorio. Anche perchè la Morselli, pur apprezzando il fatto della riapertura parziale della fabbrica avvenuta ieri, ha già messo le mani avanti dicendo di voler riaggiornare il tavolo di discussione dopo aver verificato le condizioni di produzione della fabbrica a pieno ritmo. E tale verifica non potrà esserci prima degli inizi della prossima settimana. Trentaquattro giorni di interruzione completa del ciclo produttivo potrebbero aver compromesso - dice in sostanza la Morselli - la programmazione che l'azienda si era fatta. Ma pare più una scusa che una ipotesi plausibile, in considerazione della capacità produttiva potenziale dello stabilimento di Terni.