Terni, 26 febbraio 2015 - Torna alta la tensione tra azienda e lavoratori all'Ast di Terni sul piano di riorganizzazione della fabbrica. Le rappresentanze sindacali unitarie (rsu) annunciano una «nuova stagione di lotta» con, se necessario, anche nuovi scioperi.
I rappresentanti di Fiom, Fim, Uilm, Fismic e Ugl, hanno ribadito che il piano, varato dall'azienda «senza un confronto e una seria discussione nel merito», penalizzerà l'acciaieria dal punto di vista produttivo, qualitativo e della sicurezza, mettendo a repentaglio sia l'incolumità dei lavoratori sia quella degli impianti, vista l'uscita, attraverso la mobilità volontaria, di molte alte professionalità e la drastica diminuzione del personale addetto alla manutenzione delle linee.
Sulle modalità dell'eventuale mobilitazione, le rsu ascolteranno nei prossimi giorni i lavoratori nelle assemblee di fabbrica, mentre verrà attuato un controllo a tappeto degli impianti nei vari reparti. Secondo le rsu, infine, considerato il numero degli addetti (2340 a febbraio) e i volumi produttivi, «all'Ast oggi non ci sono le condizioni per raggiungere il milione di tonnellate annue di cui parla l'accordo del 3 dicembre scorso» al Mise. Con quell'accordo si era conclusa all'Ast una lunga e dura vertenza, che aveva contrapposto azienda e sindacati per oltre cinque mesi. Di recente, nell'audizione in commissione Industria al Senato, l'ad di Ast, Lucia Morselli, aveva detto che «se dovesse tornare anche una tensione piccola o leggera non avremmo mai più ordini: la credibilità dell'azienda è legata a un filo».