Furti, parole & polemiche, l’assessore risponde per le rime: "Avete letto la relazione-antimafia?"

«Non riesco a capire tanta violenza verbale. Ho detto cose banali»

L'assessore Calabrese

L'assessore Calabrese

Perugia,  26 febbraio 2015 - NON E’ la prima volta – e non sarà l’ultima – che l’assessore Francesco Calabrese finisce in prima pagina. Lo aveva fatto ad agosto quando venne nominato «commissario» comunale per la spending review: non tutti gradirono. Basti pensare che l’assessore al Bilancio Cristina Bertinelli e il vicesindaco Urbano Barelli non hanno mai preso parte a una riunione di quella commissione. Eppure di buoni motivi ne avrebbero avuti. Calabrese poi qualche settimana fa presentò e ritirò le dimissioni in meno di 40 ore: voleva che il Comune uscisse da Centralcom (società regionale del cablaggio), ma il sindaco Romizi lo convinse a tornare sui suoi passi. 

ORA L’ASSESSORE finisce nel mirino dell’opposizione (anche se nella maggioranza lo difendono in pochi), che gli chiede senza mezzi termini di andarsene. E lui cosa risponde? «E’ noto che sono tutt’altro che affezionato all’incarico per il quale sono attualmente al servizio della mia città, in ogni momento ovviamente soggetto a doverose verifiche di adeguatezza». Di sue dimissioni però ieri in Giunta non si è parlato, ma il caso-sicurezza e le sue dichiarazioni sono state dibattute. Non senza qualche tensione. Lui però appare stupito: «Che alcune poche e banali domande potessero provocare tanto violenta reazione non riesco a giustificarlo neanche con il clima già da campagna elettorale – afferma –. Mi spiace poi per le parole di Boccali, del quale ho anche riconosciuto la personale integrità». Le idee dell’assessore però non cambiano: ribadisce che il tema-sicurezza a Perugia «non può essere derubricato a un manipolo di disperati che spacciano, aprono macchine o rompono vetrine, ma va inquadrato nel contesto delle organizzazioni criminali radicate nella nostra città». Poi arriva alla questione: «Quando mi sono chiesto se il tessuto perugino potesse essere profondamente contaminato dalle peggiori tossine criminali – continua – (tirando in ballo le precedenti aministrazioni, ndr) , non puntavo il dito contro nessuno, semmai facevo un appello a ritrovarsi con un’idea di comunità. Senza più ritrattini di circostanza che rischiano ormai, quelli sì, di diventare un’offesa all’intelligenza dei perugini».  «MI È SUFFICIENTE ricordare – aggiunge – la recente Relazione della Commissione Antimafia del Consiglio Regionale approvata all’unanimità, quando ‘a proposito di fenomeni mafiosi Brutti ha evidenziato un alto livello di infiltrazioni soprattutto nell’area urbana della città di Perugia’. E’ quasi banale – sottolinea – ricordare che le organizzazioni criminali si insediano in territori dove stabiliscono sistemi di relazione che agevolano quei radicamenti... Dunque – conclude – io sto con Brutti, e con il patto firmato Bocci-Romizi». michele nucci