Giovedì 25 Aprile 2024

Antidroga, in manette "l'Algerino" ritenuto un capozona dello spaccio a Perugua

Cittadino francese, è stato estradato dalla svizzera dopo l'operazione della polizia

L'intervento in piazza Aranci

L'intervento in piazza Aranci

Perugia, 20 dicembre 2014 - Estradato in Italia dalla Svizzera Karim Berkane Krachaj, 36 anni, cittadino francese del 1978, detto «l'Algerino» (usava come «alias» il nominativo Khelifa Dario) ritenuto dalla questura di Perugia il capozona del sodalizio criminale, prevalentemente di origine maghrebina, dedito allo spaccio di eroina e cocaina nelle vie e piazze di Perugia. Un racket che era stato smantellato con l'operazione di ottobre (36 le ordinanze di custodia, con arresti in varie città italiane).

Secondo gli investicatori, l'uomo era il braccio destro di Kaabi Ahmed, ritenuto il capo supremo dell'organizzazione criminale, ma era soprattutto il «capozona» del gruppo che spacciava a Perugia. Fin dalle primissime intercettazioni telefoniche - ricorda la polizia - era emersa la presenza dell'«Algerino» nella maggior parte delle operazioni di movimentazione della droga, per coordinarle e dirigerle secondo la volontà e gli interessi del «capo», che dava disposizioni dalla Tunisia o dall'Olanda. Gli stessi investigatori della mobile (coordinati da Marco Chiacchiera) avevano anche accertato che Karim era molto abile a rimanere estraneo agli scambi di stupefacente, essendo però sempre presente e vigile su qualsiasi attività del gruppo di spaccio. In particolare, proprio l'Algerino avrebbe curato l'ingresso di ingenti quantitativi di eroina e cocaina a Perugia, mantenendo un costante contatto, attraverso i propri collaboratori più fidati, con il vertice all'estero del gruppo. Appena aveva appreso dell'operazione della polizia, se n'era andato da Perugia. Martedì scorso la polizia svizzera lo ha consegnato ad agenti della Mobile di Perugia e della polizia di frontiera di Como-Ponte Chiasso. Ora è rinchiuso nel carcere di Como.