Delitto Meredith, Sollecito e la richiesta di risarcimento: «Potrebbe incassare 516mila euro»

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Raffaele Sollecito

Raffaele Sollecito

Perugia, 30 marzo 2015 - «COME ci muoveremo? L’annuncio di un’eventuale richiesta di indennizzo – dice Giulia Bongiorno, che ha difeso Sollecito insieme con Luca Maori e Francesco Mastro –, è condizionato alla lettura delle motivazioni della sentenza assolutoria della Cassazione, da cui potrà scaturire la richiesta di indennizzo per ingiusta detenzione ai sensi dell’articolo 314 del Codice di procedura penale. I tempi per chiederlo sono due anni dalla pubblicazione della sentenza definitiva. Da lì partono le ragioni per ottenerlo, ma è difficile e non scontato. Talvolta le Corti di appello dicono: ‘È vero che sei stato assolto con la formula piena, ma la magistratura a suo tempo aveva adottato il provvedimento restrittivo giustamente, perché era inevitabile. Dopo le motivazioni valuteremo». Oggi i tre difensori di Raffaele terranno una conferenza stampa a Roma per spiegare i possibili scenari futuri. Intanto però alcuni conteggi sono già stati fatti.

«La cifra massima prevista – dice l’avvocato Maori – è di 516mila euro. Somma che scaturisce moltiplicando i 500 euro al giorno previsti dalla legge per gli anni trascorsi ingiustamente in carcere da Raffaele. Se le motivazioni ce lo consentiranno, dimostreremo tutte le sofferenze subite da Sollecito».

Avvocato Maori, ma l’offensiva risarcitoria potrebbe non fermarsi qui?

«Potremmo rivolgerci anche alla Corte di giustizia europea per i danni patrimoniali subiti dalla famiglia Sollecito, che in questi otto anni ha dovuto sostenere molte spese economiche sia per la difesa anche tecnica di Raffaele, sia per raggiungere fisicamente ogni settimana il ragazzo che era rinchiuso nel carcere di Terni. Ogni venerdì il papà di Raffaele, terminato il lavoro, si spostava da Bari in Umbria per fare visita al figlio, che non è mai stato lasciato solo un momento».

Lei, avvocato, si aspettava questo epilogo?

«Quando abbiamo capito che il collegio di persone che doveva decidere aveva letto con attenzione tutti gli atti, sì. La relazione introduttiva della Cassazione è stata durissima e molto critica rispetto alla sentenza di condanna, pur mantenendo un profilo neutro. Non poteva che andare in questo modo. La sentenza di condanna di Firenze era imbarazzante».

Resta lo sconforto dei Kercher.

«Vivono una situazione psicologica molto difficile. Ma non è vero che non ci sono colpevoli per l’omicidio di Meredith. L’unico colpevole è, da sempre, Rudy Guede. Che in fondo è anche il vero vincitore...».

Cosa intende?

«Beh, pur avendo commesso un delitto atroce è stato condannato a soli 16 anni e a breve comincerà a usufruire di permessi premio. Che almeno ci dica la verità finalmente, la smetta di prenderci in giro. Purtroppo temo che se la voglia vendere questa verità e temo che troverà qualcuno disposto a pagargliela. Spero che Rudy abbia modo di leggermi. Se dovesse fare una cosa del genere sarebbe orribile».