Aboca, 'Troppi pesticidi, pronti a lasciare la Valtiberina'

L'annuncio shock durante un convegno a Città di Castello di Valentino Mercati imprenditore e fondatore di Aboca

Valentino Mercati

Valentino Mercati

Città di Castello, 29 novembre 2015 - Quest'estate aveva formalmente diffidato 40 agricoltori della vallata, confinanti con le sue coltivazioni, dall'usare i pesticidi in agricoltura e l'altro ieri da Città di Castello durante un convegno, Valentino Mercati imprenditore e fondatore di Aboca spa (azienda che pratica agricoltura biologica dal 1978), ha rilanciato con un annuncio shock: «I sindaci e l’economia locale non ci ascoltano e noi siamo pronti a trasferire le produzioni altrove. Non possiamo continuare a lavorare qua: ho rinunciato a tutte le azioni che avevo intrapreso verso chi inquina usando prodotti chimici in agricoltura, ma ora devo anche rinunciare alla presenza delle coltivazioni della mia azienda in Valtiberina. Stiamo già lavorando da qualche tempo con la Valdichiana - ha proseguito - dove abbiamo già molti ettari per le nostre colture biologiche e stiamo pensando di delocalizzare in alcune zone del Marocco una consistente parte della produzione agricola».

Le dichiarazioni di Mercati, che hanno subito scosso il settore, sono provenute dal convegno dal titolo «Tabacco e territori biologici tra sviluppo rurale e diritti: la conversione si può e conviene a tutti» promosso da Cittadinanzattiva e Tribunale per i Diritti Del Malato in collaborazione con Studio Agernova, che si è svolto l'altro ieri nella sala consiliare del Comune tifernate. C'erano numerosi esperti: medici, imprenditori, ambientalisti, docenti, agronomi, produttori di tabacco e, per il Comune tifernate, l'assessore tifernate Mauro Alcherigi. Lo stesso Mercati ha precisato che «la parte relativa alla trasformazione dei prodotti resterà in Valtiberina. Ma né i sindaci e le istituzioni né il mondo dell’economia locale hanno mai ascoltato le nostre richieste e necessità: evidentemente non siamo importanti per questo territorio, dunque ce ne andiamo».

Cristina Crisci