A Londra con i benefici della 104, impiegato comunale agli arresti domiciliari

Bevagna: l’uomo avrebbe fornito documenti falsi a cittadini magrebini

SINDACO Analita Polticchia: «Già avviati procedimenti disciplinari»

SINDACO Analita Polticchia: «Già avviati procedimenti disciplinari»

Bevagna, 5 febbraio 2016 – E’ stato arrestato un funzionario «infedele» dell’ufficio tecnico del Comune di Bevagna. M.L., queste le iniziali del nome del 42enne, è ora detenuto agli arresti domiciliari per una serie di accuse che vanno dalla truffa aggravata e continuata alla fabbricazione di falsi documenti d’identità, dal falso ideologico all’abuso d’ufficio. L’inchiesta della procura di Spoleto (pubblico ministero Gennaro Iannarone) è stata portata avanti dalla Digos di Perugia e dai carabinieri di Foligno, che mercoledì hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare.

I primi accertamenti erano iniziati nel maggio 2015, quando all’ex ufficio politico arrivò una nota della polizia inglese i cui agenti, nei pressi di un aeroporto a pochi chilometri da Londra, aveva fermato due marocchini in possesso di documenti sospetti. I «bobby» hanno spedito l’informazione all’Ucigos, che attraverso la questura di Perugia ha acceso i riflettori proprio su quel dipendente che fino a qualche anno fa prestava servizio all’ufficio anagrafe del Comune di Bevagna, lo stesso che aveva rilasciato le carte d’identità ai maghrebini. Secondo le indagini, su quei documenti intestati a ignari cittadini di Bevagna erano state applicate le fotografie dei nordafricani. I documenti italiani, falsificati, trovati in mano a stranieri, hanno insospettito gli investigatori e così sono state attivate le procedure antiterrorismo attraverso lo scambio di dati tra le polizie europee. L’inchiesta della Digos – iniziata con Francesco Moretta e conclusa con Pierandrea Taurelli – si è intrecciata con gli accertamenti dell’Arma che nel frattempo stava già approfondendo alcuni viaggi del 42enne a Londra durante i permessi relativi alla legge 104. Anziché assistere l’anziano padre però – ha spiegato il maggiore Carlo Sfacteria, del Reparto operativo di Perugia – l’impiegato comunale bevanate tre volte nel 2014 si era recato in Inghilterra e una volta a Catania nel 2015. Se ne sono accorti i carabinieri di Bevagna già alle prese con un’indagine contro gli assenteisti. E, in tempi di legge-Madia, far finta di curare il padre malato per andare all’estero potrebbe costargli più degli arresti domiciliari.

I voli sono stati tracciati dalle carte d’imbarco, gli spostamenti mediante le celle telefoniche. Tra le ipotesi investigative c’è che quei documenti sequestrati ai marocchini possano essere stati consegnati nel Regno Unito proprio durante quei viaggi, forse attraverso la compiacenza di un intermediario.

Infatti al Comune risultava un ammanco di carte d’identità, ma nessuna denuncia né segni di effrazione. Un episodio anomalo. Sottolineano comunque gli investigatori: nessun legame col terrorismo. Durante le indagini è spuntata anche una falsa richiesta da parte di una donna circa la cessione di un loculo del cimitero di Bevagna: i soldi restituiti dal Comune sarebbero stati consegnati a un «soggetto riconducibile» all’indagato.

Il sindaco di Bevagna Analita Polticchia, interviene sulla vicenda del «dipendente infedele». «Il Comune – fa sapere – valuterà la possibilità di costituirsi parte civile nel procedimento legale che sarà avviato nei confronti del dipendente comunale attualmente posto in stato di arresti comiciliari su disposizione della Procura della Repubblica». E ancora: «l’amministrazione comunale aveva già avviato dei procedimenti disciplinari , anche in considerazione di sospette percentuali di assenza del personale– fa sapere il sindaco di Bevagna Analita Polticchia – ma abbiamo rispettato massimo riserbo, sino all’ordinanza di custodia cautelare». Il sindaco esprime «vicinanza ai dipendenti che hanno sempre svolto correttamente il proprio dovere».

Enzo Beretta