Roma, 21 settembre 2014 - L'Eurozona non uscirà dalla sua condizione di debolezza finché Italia e Francia non implementeranno le riforme strutturali. Lo sostiene in presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, intervistato da Der Spiegel. "Più a lungo questi due grandi paesi - dice il falco tedesco, occhiuto controllore di Mario Draghi nei consigli Bce - non creeranno le condizioni per la crescita e la stabilità, più a lungo la debolezza dell'Eurozona continuerà e con essa le pressioni sulla politica monetaria".
QUI ROMA - Non sarà contento di questa ennesima uscita il premier Matteo Renzi, impegnato sulle delicate partite della riforma del lavoro e del pagamento dei debiti della PA.
QUI PARIGI - Sotto pressione anche la Francia, dove il premier Manuel Valls - oltre ai problemi economici - deve fare i conti con la discesa verticale nel gradimento dei cittadini del presidente Francois Hollande, che propri oggi ha toccato un nuovo livello di impopolarità, il 13%, ovvero il più basso mai registrato dal barometro che l'Ifop realizza mensilmente per Le Journal du Dimanche. Il presidente socialista ha perso altri 4 punti rispetto alla rilevazione di agosto e ora l'86% dei francesi si dice insoddisfatto del suo operato (l'un per cento non si pronuncia, per carità di patria). E Angela Merkel così può continuare a dar lezioni. Per interposto banchiere.