Mercoledì 24 Aprile 2024

Tubi dell'acqua in cemento-amianto: la Regione dà il via al monitoraggio, i comitati sulla rimozione: "Non siano i cittadini a pagarla con la bolletta"

Anche dall'Azienda sanitaria fiorentina arrivano pareri tranquillizzanti: "Più preoccupanti i manufatti esposti alle intemperie" / "L'ACQUA CHE TUTTI BEVIAMO SCORRE ANCORA NELL'AMIANTO" / "ELIMINEREMO TUTTE LE TUBATURE IN AMIANTO" / L'INTERVISTA AL PRESIDENTE DI PUBLIACQUA-VIDEO / L'ALLARME DI PERUNALTRACITTA' / AL VIA IL MONITORAGGIO DELL'ACQUA / ALLERTA ANCHE A PISA / AD AGLIANA ACQUA IN BOTTIGLIA A SCUOLA / IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO PREVENZIONE DELL'ASF: "NON C'E' EVIDENZA SCIENTIFICA CHE SIANO NOCIVI"-VIDEO

Nel Lecchese l'acqua costerà di più

Nel Lecchese l'acqua costerà di più

Firenze, 22 dicembre 2014 - L'allarme è scoppiato circa due mesi fa, a Pistoia, da una denuncia dell’ex assessore comunale al verde Ginevra Lombardi, esponente del "Forum per l’acqua", ed è stata subito rilanciato da Perunaltracittà. A distanza di poche settimane l'allerta si è diffusa fino a che oggi la Regione ha annunciato un programma di azioni da intraprendere per affontare la questione della presenza di cemento-amianto nelle condutture dell'acqua della rete idrica toscana dal punto di vista sanitario e scientifico. A riguardo è stato istituito un tavolo coordinato dalla Regione che intende fare tra i primi provvedimenti dei campionamenti delle acque. "Campionamenti che ad oggi hanno dato risultati tranquillizzanti" hanno affermato gli assessori regionali a ambiente e tutela della salute, Anna Rita Bramerini e Luigi Marroni, nel corso di una conferenza stampa sulla questione del cemento-amianto e la rete idrica.

"Insieme all'Ispo, l'Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica - proseguono -, si è fatto poi il punto sulle conoscenze in nostro possesso e sulle norme che riguardano la presenza di fibre d'amianto nelle acque per le quali le "Linee guida per la qualità dell'acqua potabile" emesse dall'Organizzazione mondiale della sanità nel 1994, e poi ribadite nel 2011, affermano che non esiste alcuna prova seria che l'ingestione di amianto sia pericolosa per la salute. A fine gennaio 2015 è previsto un nuovo incontro con l'Istituto Superiore di Sanità per la messa a punto della metodica analitica nazionale, mentre a metà gennaio è prevista la riunione del gruppo di lavoro regionale per la definizione del progetto di monitoraggio analitico e sulla rete delle condotte in cemento-amianto verranno selezionate le reti a maggiore rischio di presenza di fibre di amianto, valutate attraverso la vetustà delle condotte, l'aggressività delle acque e la portata fluente". "Ciò non di meno - concludono gli assessori - abbiamo provveduto a scrivere al Ministero dell'Ambiente e a quello della Sanità per chiedere che sia fissato un valore limite di legge anche per l'amianto che ad oggi, in base alla normativa italiana, non rientra nei parametri da analizzare".

Anche il dottore Giuseppe Petrioli, direttore del dipartimento prevenzione dell'Azienda sanitaria fiorentina, conferma lo stato dell'arte della ricerca e della normativa in materia e minimizza i rischi per vari motivi: "Uno: il contatto con l'acqua mantiene l'amianto in condizioni migliori che l'esposizione alle intemperie. Due: l'acqua soprattutto nel territorio fiorentino e della provincia di Firenze è per lo più un'acqua molto dura che nel tempo ha stratificato una specie di crosta nel tubo per cui l'acqua non scorre direttamente a contatto con il tubo ma con una crosta calcarea e quindi questo la protegge dal distacco delle fibre. Terzo, ma in realtà il più importante: pur essendovi un'ampia diffusione di condutture di acqua in cemento-amianto non c'è evidenza scientifica di una patologia nell'uomo indotta dall'ingestione di acqua contaminata da fibre di amianto. Il fatto che non si sia rilevato è abbastanza tranquillizzante: l'attenzione sull'amianto c'è da tanti anni, di tubature in amianto ce ne sono tantissimime di patologie potenzialmente connesse con questa esposizione non sono state dimostrate. Tant'è che la normativa sulle acque in nessuna parte de mondo prevede l'obbligo di controllare la presenza di fibre di amianto e dove ci sono dei valori consentiti sono dei valori altissimi".

Ma continua la querelle tra movimenti e Regione. In un comunicato i promotori della campagna 'No Amianto in Publiacqua' sottolineano il successo ottenuto con l'annuncio della Regione di oggi ribadendo: "Dopo esser stati costretti ad affrontare il tema della rete idrica inquinata dalla fibra cancerogena dell'amianto la Regione Toscana e l'Autorità Idrica Toscana hanno annunciato oggi di voler definire un Piano di Monitoraggio delle tubature inquinate presenti nella rete regionale. Il monitoraggio era uno dei contenuti chiave della Petizione lanciata ai primi di dicembre". Sottolineano comunque un grande limite nel monitoraggio promesso accusando gli assessori regionali di "scarsa competenza scientifica in merito al mesotelioma all'addome e alla pleura causato dall'amianto". Il fatto che Bramerini e Marroni abbiano chiesto al Governo di "fissare un valore limite di legge" per l'amianto, secondo la rete di comitati, afferma così, in sostanza, che "un cittadino può bere acqua contenente amianto purché il numero di fibre risulti essere sotto una soglia fittizia stabilita a tavolino". "Garantiscono così i nostri decisori pubblici la serenità e la tranquillità dei loro cittadini/elettori? Berrebbero loro dell'acqua con solo 'qualche' fibra di amianto?", domandano i comitati. I comitati promotori della Campagna “No Amianto Publiacqua” chiede quindi al presidente della Regione Toscana: "Perché si continua a ignorare il DM del 14 maggio del 1996 che impone una rapida sostituzione delle condotte in amianto e il controllo della presenza di fibre nell’acqua potabile interessata da tubazioni in amianto".

"Sarebbe intollerabile se l'eliminazione dei tubi per l'acqua in cemento-amianto venisse fatta dai cittadini con l'aumento della tariffa in bolletta". È quanto temono, spiega una nota, i comitati a tutela dell'acqua pubblica. "Publiacqua - sostengono - ha già la bolletta più cara d'Italia, che solo quest'anno ha spartito tra i soci ben 47 milioni di euro di utile. Per questo chiediamo che che a partire dal 2015 sia predisposto un piano triennale di eliminazione delle condotte in amianto, in piena sicurezza per i lavoratori e senza attendere il nuovo piano d'ambito che entrerà in vigore dopo il 2021". Nella nota, i comitati ricordano anche che "Publiacqua al 2014 non ha realizzato 69 milioni di euro di investimenti rispetto a quanto previsto dal Piano d'ambito e da quello tariffario e che 100 milioni di euro, il 20% degli investimenti previsti nel Piano interventi di Publiacqua (2014-2021) sono destinati al patrimoni aziendale e non a migliorare le infrastrutture del servizio, anche per quanto riguarda la sicurezza come 20.000.000 in software, 16.000.000 in mappe per il sistema informativo territoriale, 4.750.000 in ristrutturazioni, 4.000.000 per aggiornamento e manutenzione automezzi e 1.200.000 per manutenzione degli immobili". 

La campagna "No Amianto in Publiacqua" ha raccolto in diciotto giorni quasi duemila firme.