Le chitarre dei TrentaCorde conquistano il Giappone

Andrea Leonardi e Riccardo Carboncini riempiono i teatri del Sol Levante

Livorno, 20 novembre 2014 - «Il Giappone ci ama e noi amiamo il Giappone!». I TrentaCorde hanno fatto impazzire il popolo del Sol Levante in una tournée che ha avuto un successo incredibile. Andrea Leonardi e Riccardo Carboncini, livornesi di scoglio, hanno fatto registrare il sold out in tutti i teatri in cui si sono esibiti, con tanto di «fan club» che li ha seguiti negli oltre 2000 chilometri macinati in giro per il Giappone. E al ritorno in patria un pezzo del loro cuore è rimasto laggiù... «Abbiamo ricevuto un trattamento da vere star – ci spiegano i TrentaCorde –, siamo stati coccolati come professionisti di altissimo livello: il Giappone ci ama e noi amiamo il Giappone!». Fukuoka, Nagasaki (due serate), Sasebo, Oita e Kagiki sono impazzite per questo duo livornese che ha portato un repertorio italiano molto apprezzato dal pubblico nipponico. Tante richieste di bis, autografi e foto ricordo per una tournée che resterà indelebile nella memoria di Andrea e Riccardo. «Fin dal nostro arrivo a Fukuoka ci hanno fatto sentire vere e proprie star - ci spiegano i TrentaCorde -. Ad attenderci con il nostro manager Tadakazu Tanaka e la traduttrice Yuko Nadai, c’era un servizio-trasporto d’eccezione, con un furgone attrezzato, l’autista personale e un tecnico del suono tutto per noi. Addirittura a Fukuoka abbiamo suonato nel teatro in cui il giorno avanti era stato protagonista Zubin Metha con l’orchestra sinfonica israeliana. E a Nagasaki subito prima di noi c’è stato un concerto con tre tenori di altissimo livello: uno di questi, Naoyuki Okada, che da 4 anni lavora al Carlo Felice di Genova, si è fermato ad ascoltarci ed è venuto in camerino per complimentarsi con noi. Eravamo stupiti, il vero maestro è lui». E poi alberghi di lusso, i migliori ristoranti e accoglienze da vere star. «Addirittura c’è stata gente che ci ha seguito per tutto il tour, come un vero fan club, e ci hanno fatto recapitare regali nel camerino. Ad Oita a vederci c’era un professore d’italiano che vive là da 23 anni: aveva voglia di sentire un po’ di musica italiana fatta da italiani e anche lui si è complimentato con noi. Ci ha fatto poi enormemente piacere vedere gente canticchiare insieme a noi». In mezzo a tutto ciò, c’è stato anche qualche momento di forte emozione. «La magia del dietro le quinte è qualcosa di indescrivibile: quel momento in cui lasci il camerino, infili la giacca ed entri sul palco, lasciando la tensione alle spalle e diventando assoluto protagonista anche delle emozioni trasmesse. Che bellezza...». Proprio come le immagini di Livorno ripresa dal drone, realizzate da Claudio Ceccarini e proiettate prima di ogni spettacolo: una bellezza che ha rapito gli sguardi del pubblico giapponese. Igor Vanni