Il parco oscuro: il declino delle Cascine

Addio goliardiate, ora la notte fa più paura

Un gruppo di giovani prostitute

Un gruppo di giovani prostitute

Firenze, 31 luglio 2016 - Per anni sono state il centro della vita notturna, del divertimento, della trasgressione. E del meretricio. Oggi le Cascine degli anni ’90 sono rimaste solo un pallido ricordo di qualche viveur un pò attempato. Solito rammentare le serate al Meccanò o al Central Park e le esibizioni di trans come la famosa Carlotta. Diventata un vero e proprio mito anche per chi non era solito pagare per fare sesso. Poi è arrivata la crisi, le discoteche hanno chiuso e i lavori per la tramvia hanno dato la spallata finale. Anche il numero di signorine che si vendono per strada è diminuito. A differenza della parte settentrionale di Firenze, alle Cascine il "passeggio" inizia già nel pomeriggio.

In via del Fosso Macinante si possono trovare, poco dopo le quindici, almeno due ragazze. Avranno forse venti anni, entrambe rumene. Magari amiche di Andrea Cristina Zamfir, la sfortunata donna uccisa e crocifissa due anni fa da Riccardo Viti. Poco più avanti all’incrocio tra via del Visarno e via degli Olmi si incrociano altre quattro donne, anch’esse dell’est. Appesantite ed annoiate.Decisamente più mature delle "colleghe": quarantacinque, cinquanta anni, vestite in modo anonimo, con jeans e maglietta. Come cala il sole l’offerta aumenta in modo esponenziale. Nella stessa rotonda che porta a via degli Olmi alle dieci della sera fanno capolino quattro travestiti sudamericani, di un’età che varia tra i venticinque ed i trenta anni. Proseguendo lunga l’alberata arteria si incontrano numerosi uomini, pronti a vendersi per pochi spiccioli. Solitamente si nascondono in viale della Piramide e nei pressi dell’anfiteatro romano.

Rumeni giovanissimi, marocchini e tunisini ai quali, da un paio di mesi a questa parte, si sono aggiunti anche due senegalesi. Ragazzi prestanti, atletici, molto richiesti da una clientela di uomini italiani che da alcune primavere ha già superato le sessanta primavere. Solitamente questo tipo di incontri avviene in piedi, nel buio che gli alberi del parco riescono ad offrire. Ma quell’angolo di via degli Olmi è da almeno venti anni anche il luogo in cui si può trovare l’unica donna italiana che ancora «lavora» alle Cascine. Una signorina di oltre quarant’anni che, secondo gli habituè del parco e del suo mondo più proibito, ha da sempre qualche problema con la dipendenza da eroina. Infine nel piazzale delle Cascine e in piazza Puccini ci sono sei trans, italiani. Anche in questo caso si tratta di meretrici molto esperte, tra i quaranta ed i cinquanta anni. Tutte comodamente sedute sulle proprie auto. «No, io faccio l’amore solo a casa mia. Mica son matta ad addentrarmi in mezzo agli alberi. Venti anni fa era un conto, oggi è diventato troppo pericoloso».