Pisa, 15 aprile 2013 - Il meglio dell' Italia concentrato in una mostra. Quella che si aprirà il 17 aprile a Tokyo e che poi proseguirà negli Stati Uniti, prima a San Francisco (dal 12 luglio al 23 agosto) e poi a Los Angeles (dal 13 settembre al 10 ottobre) per concludersi a Budapest (dal 26 novembre al 18 dicembre).

Si chiama "Italia del futuro", è promossa dal Ministero degli Esteri ed è un viaggio alla scoperta delle nostre eccellenze scientifiche, una sorta di biglietto da visita per far vedere anche quello che è nascosto ai più, ma che invece c'è e tiene il passo con i Paesi tecnicamente più progrediti.

Il percorso espositivo va dalla medicina all'archeologia, dalla fisica al design, dalla robotica ai trasporti: una carrellata dell'ingegno 'Made in Italy' che non dimentica il passato ma che lo proietta in un futuro prossimo mostrando tutto il meglio che esce dai laboratori di ricerca.

A salutare i giapponesi e poi gli americani ci saranno anche Dustbot e Octopus, due delle 'creature' dell'Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa che insieme a Cnr, Istituto italiano di tecnologia e Istituto nazionale di fisica nucleare hanno realizzato l'evento.

"La  robotica è la risposta tecnologica ai bisogni reali dei cittadini, a una società che invecchia, alla necessità di ambienti sempre più intelligenti e sostenibili", spiega Paolo Dario, che dell'Istituto di Biorobotica è il direttore. "La nostra partecipazione intende mostrare alcuni strumenti che possono proiettarci nel progresso".

Come Dustbot il robot che raccoglie i rifiuti e aiuta nella raccolta differenziata. Basta chiamarlo e lui arriva da solo, attraversando strade e percorrendo marciapiedi per aprire la sua grande pancia, sistemarci l'immondizia e poi portarla al centro di raccolta. A Peccioli, paese della provincia di Pisa dove è stato sperimentato con successo per la prima volta, aveva fatto persino amicizia con negozianti e cittadini. Ma, purtroppo, lui era troppo avanzato per la nostra società ed ha dovuto sedersi un attimo per attenderla. "Il fatto è che c'è uno sfasamento tra la ricerca, la legge e la produzione", racconta Pericle Salvini che l'avventura di Dustbot l'ha vissuta fin dall'inizio."Per robot di questo tipo, che si muovono autonomamente, esiste un problema di circolazione perché il codice della strada non li prevede. Così abbiamo creato un progetto che si chiama 'Robotlow', in modo da dare uno strumento alla commissione europea che permetta di gestire le tecnologie emergenti che altrimenti rischiano di restare bloccate". E mentre il povero Dustbot continua ad aspettare, i ricercatori lo portano in Giappone per dimostrare che l'Italia è pronta a partire, che ha tutti i numeri al loro posto per passare dal prototipo al prodotto.

L'altro prototipo, tra i molti nati alla Scuola Sant'Anna, si chiama Octopus, perchè è un polipo di nome e di fatto. I ricercatori del Centro di ricerca sulle tecnologie per il mare, nato nel 2009 a Livorno come emanazione dell'istituto di Biorobotica, hanno osservato il polipo in tutte i suoi movimenti e manifestazioni e poi lo hanno riprodotto in silicone. Un fratello gemello che potreste stentare a riconoscere da quello vero. Come tutti i polipi lui si inabissa a qualsiasi profondità marina ed è nato per fare monitoraggio ambientale. Ma avrebbe potuto essere molto utile per le ricerche nel caso della nave Concordia incagliata davanti all'isola del Giglio. E vista la sua grande flessibilità già si riconosce la sua utilità in chirurgia, per interventi sempre meno invasivi. "E' l'ultima frontiera della robotica soft", spiega Laura Margheri, che ha aiutato Octopus a nascere."A base di silicone, e quindi non rigida, può avere molte applicazioni utili".

Anche Octopus andrà a far vedere al mondo di cosa sono capaci gli italiani, insieme agli altri frutti della genialità e della tecnologia provenienti dagli altri istituti di ricerca che partecipano all'iniziativa.

Ci saranno i tessuti 'a lavatrice zero', i sensori elettronici per la rilevazione di CO2 nelle bottiglie di vino, modelli di carene di motoscafi e navi militari utilizzati per prove di idrodinamica, gli impianti ossei di ultima generazione, i sistemi per la riabilitazione degli arti, i gioielli e i quadri al titanio.

Conclude il presidente del Cnr, Lugi Nicolais: "Questa mostra è uno spaccato rappresentativo dell'eccellenza scientifica italiana che dimostra in modo creativo e intrigante quanto la ricerca sia importante e utile per la crescita e il miglioramento delle condizioni di vita di ogni Paese. E' un invito a sostenere gli investimenti in ogni settore della conoscenza, anche in tempi di crisi globale".

"Italia del futuro" è allestita all'Istituto italiano di cultura a Tokyo e resterà aperta fino al 17 maggio.

di Valeria Caldelli