di Valeria Caldelli


Una grande mostra a Versailles per festeggiare i suoi 80 anni insieme alle nuove forme a cui ha dato vita manipolando la creta per riprodurla nei materiali a lui più affini: i marmi, il bronzo, l'argento. Forme ed emozioni perchè ogni pezzo che esce dalle sue mani corrisponde ad un momento, ad un'intuizione irripetibile con cui si racconta.

Cosi' sono nati gli 'Abbracci', le 'Riflessioni', le 'Aurore', gli 'Oracoli', tutti i suoi personaggi immaginari còlti in un momento  di metamorfosi tra l'uomo e l'animale in cui sono racchiusi i segreti  dell'essere artista. E artista Franco Adami lo è stato fin da piccolo, fin da quando  nelle  campagne di Calci, in provincia di Pisa, trascorreva il tempo disegnando, prima che uno zio, riconoscendo il suo talento, lo spedisse in una scuola d'arte a Firenze. "Il fatto è che io non so raccontare con le parole. Mi ci vuole una matita e un pezzo di carta per parlare. Dopo riproduco  quel disegno  nella creta o nel gesso e solo quando penso  di aver espresso ciò che volevo c'è l'esecuzione della scultura".

Così è Franco Adami, partito dalla Toscana per tentare la fortuna a Parigi quando aveva poco più di 20 anni e neanche una lira in tasca, diventato oggi uno degli scultori rinomati in campo internazionale, unico italiano a cui il nuovo centro Pompidou di Metz ha dedicato uno spazio espositivo, mentre l'Africa, patria adottiva delle sue figure primordiali, lo ha  consacrato  artista del secolo nonostante la sua pelle bianca.

Il 21 aprile sarà Versailles, una delle mete più ambite dell'arte internazionale,  ad aprirgli le porte per una mostra che esporrà sculture e disegni del suo ultimo periodo. Libellule e conchiglie, uccelli immaginari e figure mitiche dalle forme austere troveranno spazio in un magnifico edificio del XVIII secolo nel prestigioso quartiere degli antiquari in uno stridente contrasto tra il nuovo e l'antico che la galleria Anagama ha voluto esaltare. Ma l' ambita Versailles non  è il solo traguardo per Franco Adami. "I traguardi non esistono", dice. "Bisogna sempre andare avanti. Così come le emozioni non finiscono mai, neanche la creatività si arresta".

E infatti a giugno un altro appuntamento lo aspetta, questa volta a Briare, ancora in Francia, dove al Domaine des Roches, un famoso parco sul cammino dei castelli della Loira, potranno essere ammirate le sue opere monumentali".
Oggi Franco Adami divide il suo tempo  tra i due atelier di Parigi e Pietrasanta e nonostante i suoi numerosi successi in terre lontane (non solo l'Africa ma anche l'Oriente) mai si è dimenticato le sue origini, tanto che una Torre di Pisa campeggia in ogni sua pubblicazione internazionale. "Ci salivo tutti i giorni quando non si pagava il biglietto ed io ero un giovane studente dell' Istituto Tecnico. E' sempre rimasta nel mio cuore". 

Gli anni sono passati, il ragazzotto di campagna è diventato il maestro Adami, il mondo gli ha tributato onori, ma Pisa e la Toscana sono ancora intatte dentro di lui. Cullate tra il Medioevo e il Rinascimento proprio Pisa e la Toscana, invece, lo hanno un po' perso di vista. "Forse mi faranno un regalo per i miei 80 anni", spera. Ma intanto, infaticabile,  non  perde un minuto. Altre otto nuove forme sono allo studio. Creature della fantasia che andranno ad arricchire il mondo dei suoi personaggi immaginari, quasi divinità  antropomorfe che, dice lui, nella loro continua evoluzione diventano anche il simbolo dell'amicizia tra l'uomo e gli animali.