Grosseto, 5 marzo 2013 - Pagine che impressionano nella ricchezza di particolari con cui raccontano la notte della morte, la notte della tragedia. La notte del naufragio della Costa Concordia. Naufragio ricostruito nelle decine di pagine della motivazione della richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm per il comandante Francesco Schettino e per gli altri ufficiali che quella notte si occupavano di guidare la Costa Concordia, con oltre quattromila persone a bordo.

Le parole del pm sono in molte parti tecniche, ricostruiscono, parlano di dati, analisi, apparecchiature elettroniche. Poi, ci sono pagine che toccano. Sì perché, uno a uno, si racconta come le trentadue persone che non ce la fecero quella notte andarono incontro alla morte. Molte furono rifiutate nelle scialuppe perché troppo piene. E così caddero mentre la nave si inclinava sempre di più. Tra le vittime, viene raccontato anche il modo in cui la piccola Dayana Arlotti, quattro anni, in vacanza con il papà, morì in quella notte del 13 gennaio 2012.

Di lei si scrive: "...non avendo trovato posto sulle scialuppe al ponte 4, lato sinistro, è stata indirizzata da membri dell’equipaggio sul lato destro del medesimo ponte e, mentre stava attraversando il corridoio all’interno della nave nei pressi dell’atrio ascensori di poppa e del Ristorante Milano, è caduta nella voragine verificatasi a séguito del definitivo ribaltamento sul fianco destro della nave stessa, precipitando in una zona allagata del medesimo ponte 4 ed è così deceduta per asfissia da annegamento)". Le stesse parole vengono usate per raccontare la morte del padre di Dayana. Per il pm dunque padre e figlia erano insieme, e insieme sono stati fino all'ultimo. In quella che doveva essere una bella vacanza.

C'è poi la ricostruzione su come morirono i coniugi Barbara Ann e Gerald Frank Heil. Sono stati "risucchiati verso il fondale dal gorgo prodotto dal definitivo ribaltamento sul fianco destro della nave. Poi deceduti per asfissia da annegamento nelle acque antistanti la località Gabbianara". E ancora, la lista dei tanti feriti e delle invalidità permanenti o meno che hanno subito.

Per quanto riguarda Francesco Schettino, per l'accusa in particolare omise "di assicurarsi che la rotta prevista fosse stata pianificata usando adeguate e appropriate carte nautiche e altre pubblicazioni nautiche necessarie per il viaggio previsto". E ancora di "prendere in adeguata considerazione i pericoli conseguenti ad una navigazione non compiutamente pianificata e comunque poi effettuata in concreto senza avere in
dotazione e comunque senza la materiale disponibilità di adeguata cartografia tradizionale di maggiore
dettaglio e in particolare della necessaria carta nautica n. 119 – scala 1:20.000 – dell’Istituto Idrografico
della Marina Militare Italiana".

E poi "consentendo la non opportuna presenza di estranei sul ponte di comando (in particolare, i membri
dell’equipaggio Antonello Tievoli, Manrico Giampedroni e Ciro Onorato e la passeggera Domnica
Cemortan
), con il conseguente aumento di confusione e di fonti di distrazione per lui stesso".

Parole dure, descrizioni agghiaccianti su come tante persone persero la vita in quella notte maledetta. La battaglia legale sulla Costa Concordia è solo agli inizi.

 

Francesco Marinari

Twitter: @framar1977