Firenze, 25 ottobre 2012 -  Matteo Renzi affila le armi ad un mese esatto dalle Primarie del Pd. ''E' una fase delicata lo so, ci giochiamo molto nelle prossime ore ma non sono preoccupato. Gli ultimi dieci giorni della campagna elettorale, che saranno poi quelli decisivi, li abbiamo già preparati e prima e, dopo la Leopolda, abbiamo un paio di sorprese che ci giocheremo, e sono convinto che faremo il botto''. Così Renzi, intervistato dal 'Foglio'.
 

Nei prossimi giorni, invece, ''la mia idea è semplice ed è quella di continuare a raccontare a chi mi ascolterà una fase nuova della rottamazione. Una fase cioè che non riguarda più soltanto il ricambio della vecchia classe dirigente'' ma ''rottamare la vecchia sinistra conservatrice e per certi versi integralista e talebana''. ''La campagna è ancora lunga - aggiunge Renzi - e io sono convinto di vincere, anche se vedo che provano a mettermi in tutti i modi i bastoni in mezzo alle ruote. Oggi, se dovessi fare il bookmaker, direi che Bersani ha il 50 per cento di possibilità, Vendola il 10 e io il 40. Ma se le cose vanno come devono andare e se superiamo bene questa settimana e se alle
primarie riusciremo a portare più di 3 milioni e mezzo di elettori io sono convinto che possiamo farcela e che possiamo vincere. Manca un mese, sì, c'è ancora tempo''.
 

''Io - dice ancora Renzi - non sopporto chi mi accusa di voler spaccare il partito. Io al Pd voglio bene davvero'', ''io non faccio la guerra a nessuno, faccio una battaglia di idee e intendo andare avanti in questo modo: e poi sinceramente in questa fase mi sembra che sia qualcun altro che minaccia di spaccare il partito, non certo io''. ''Io voglio - prosegue - che le primarie siano una grande festa con molte persone e milioni di elettori, e se queste regole ostacoleranno questo processo sarà una sconfitta non per Renzi ma per tutto il partito. E non e' che parlo di
regole perche' sono capriccioso: lo faccio per fare un favore al Pd''.

"La verità è che io mi sento alternativo a Bersani perchè credo di avere tre qualità che il mio segretario non ha.
Qualcosa che va oltre i programmi e oltre i contenuti e qualcosa che mi piace sintetizzare con tre parole: entusiasmo, realtà, libertà''. ''Libertà nel senso che io a differenza di Bersani non devo rispondere a nessun equilibrio e a nessuna corrente: ci sono io, ci sono le mie idee, ci sono i miei ragazzi, c'è la mia squadra e non c'è nessuna oligarchia a cui io debba dare conto per spiegare perchè faccio una cosa invece che un'altra. Non mi pare poco, no?''.