Gello (Pisa), 10 luglio 2012 - Le indagini tacciono, il marito non parla, le amiche aspettano. E’ ogni giorno più inaccessibile il giallo di Roberta Ragusa, iniziato 179 giorni fa e ancora in cerca non solo di una soluzione, ma anche solo di un indizio qualsiasi. Potrebbe arrivare dagli esami dei Ris su alcuni vestiti trovati nei boschi di Montaione da una cercatrice di funghi, ma è ormai da oltre un mese che dal reparto scientifico di Roma si attende risposta al quesito che la Procura di Pisa ha avanzato più per scrupolo che per convizione: «Appartenevano a Roberta quel pigiama rosa, quelle ballerine nere, quel reggiseno rosa trovati fra gli alberi?». Strani silenzi.

Eppure c’è chi non si scoraggia. E quasi incredibilmente ha ancora fiducia. Annamaria Ragusa, ad esempio. E’ la cugina romana di Roberta, una dei pochi parenti della donna scomparsa da Gello, provincia di Pisa, nel cuore dello scorso inverno. Sparita di notte dal letto di casa - come sostiene il marito - e mai più tornata. O fatta sparire da quello stesso marito, secondo l’unica ipotesi finora avanzata dai magistrati, che infatti hanno indagato Antonio Logli per omicidio e occultamento di cadavere.

«No, il silenzio che circonda le indagini non mi preoccupa affatto», dice convinta Annamaria. «Non penso che sia tutto fermo, che l’indagine sia a un punto morto. Insomma, non penso quello che sempre più spesso si sente dire in giro». Annamaria Ragusa ci crede talmente, alla possibilità di poter risolvere il mistero, che da subito ha provveduto a nominare un avvocato che perorasse la causa della famiglia. Di questa parte di famiglia. L’altra - il marito di Roberta con i suoceri - ha sempre scelto un profilo più attendista, quasi rassegnato. «Sia ben chiaro che non baso la mia fiducia su qualche elemento concreto e che non sono in possesso di notizie particolari», spiega Annamaria. «Dico semplicemente che la riservatezza degli inquirenti non va scambiata con disinteresse o con un segnale di resa. Se lo facessimo, sbaglieremmo tutti clamorosamente». Decisa a non dichiararsi sconfitta, la cugina di Roberta ascolta tutti coloro che possano fornirle segnalazioni.


Prove di resistenza Antonio cerca di riappropriarsi della normalità: tornerà al lavoro nella municipalizzata Geste - quando fra poco scadrà il periodo di aspettativa chiesto per l’emergenza. Al lavoro, invece, non tornerà Sara Calzolaio. O almeno, non al vecchio lavoro. Lei è l’amante di Antonio e segretaria dell’autoscuola di cui Roberta era titolare. Vuole evitare che girino altre chiacchiere. C’è da capirla.

David Bruschi