Peccioli (Pisa), 10 luglio 2011 - E’ UNA STORIA dove tutto si svolge al contrario, di quelle che sarebbero piaciute a Calvino. Ha luogo a Peccioli, piccolo comune del Pisano di nemmeno 5.000 anime, che sembra appunto una Napoli rovesciata. Lì, sotto il Vesuvio, i rifiuti sono un crocevia verso l’inferno e tutti vanno alla guerra santa pur di non riceverli. Qui, invece, il pattume lo si accoglie come manna del cielo, tanto che venerdì scorso il consiglio comunale ha ribadito il proprio sì all’ampliamento della discarica, nonostante le urla feroci dei comitati ambientalisti che volevano diversamente. Un paradosso? Forse un colpo di genio dovuto all’inventiva di un ex sindaco-businnes man che risponde al nome di Renzo Macelloni e che sta al Pd come lo slittino sta ai kuwaitiani. Fuori contesto. Tant’è.
 

 

La storia alla rovescia inizia nel 1997. Il comune di Peccioli già allora ospitava una discarica, nella zona di Legoli, che molti contestavano per gli odori sgradevoli. Solo che, divenuto sindaco il funambolico Macelloni, costui ribaltò l’approccio alla causa. E, a sorpresa, invece di ridurre il sito, lo ampliò, adottandovi le migliori tecnologie per ridurre l’impatto ambientale e facendolo classificare come sverso regionale. Una sorta di pifferaio magico dei rifiuti.

 

VERSO Peccioli cominciò ad arrivare in massa il sudicio di molti comuni toscani che non riuscivano a risolvere i loro problemi in loco. Il tutto, ovviamente, a prezzo di boutique. Nel frattempo l’effervescente Macelloni per gestire la discarica aveva infatti creato una Spa mista tra Comune e cittadini, chiamata “Belvedere”: più rifiuti arrivavano, più soldi guadagnava la “Belvedere”, più si arricchivano i cittadini che avevano comprato le azioni della public company (oggi sono circa 900). Non solo.
 

 

Siccome anche il Comune si faceva ricco con le sue quote nella Spa (il 53%), di conseguenza poteva farsi munifico con gli amministrati. Tagliando le tasse sul serio (e non come qualcuno che lo promette da 17 anni) e realizzando investimenti da capogiro sul territorio: tre centri polivalenti, due piscine, una pista ciclabile, un osservatorio astronomico, un parcheggio con ascensore, quattro musei, un anfiteatro, campi da calcio, un teatro tenda, un’aviosuperficie e 13 installazioni di arte contemporanea. Peccioli, il comune di Bengodi. E Macelloni il suo re Mida, in grado di trasformare i rifiuti in oro. Piroetta, riverenza.
 

 

Solo che, secondo le attuali autorizzazioni, la discarica dovrebbe chiudere i battenti nel 2013. Ma davvero una gallina dalle uova d’oro può essere sterilizzata per decreto? Così, nelle scorse settimane la società Belvedere ha chiesto l’autorizzazione per ottenere dalla Provincia di Pisa l’ampliamento dell’impianto (da 1 milione e 900mila metri cubi di rifiuti a 4milioni e 900 mila metri cubi) e il suo sfruttamento fino al 2028: «Ci candidiamo a essere uno dei pochi impianti che rimarranno in Toscana a supporto di un sistema di recupero e riutilizzo intelligente del rifiuto», ha spiegato Macelloni, oggi presidente della Belvedere.
 

 

Solo che, come ogni investimento che riguarda l’ambiente, anche qui il re Mida dei rifiuti ha le sue belle gatte da pelare con la gente della zona. Che, comprensibilmente, teme che l’ampliamento del sito vada a discapito della propria salute. Così, contro il progetto, si sono mobilitati quattro comitati ambientali: «Le discariche possono liberare sostanze tossiche ed inquinanti, potenzialmente responsabili di gravi danni alla salute — hanno scritto nella petizione inviata alla Provincia — faremo dunque di tutto per bloccare questo tentativo di scavalcare il diritto alla salute di una comunità». L’annuncio di un’ultima, disperata battaglia, che sta raccogliendo intorno a sé anche scampoli del Pd in rotta con Macelloni (come il consigliere regionale pisano Tognocchi), ma che non sembra poter spostare l’esito della contesa.
Per l’ampliamento del sito di Legoli spingono, infatti, quasi tutte le Province toscane, da Firenze in su, consapevoli che se Peccioli chiudesse, il giorno dopo non saprebbero più dove smaltire i propri rifiuti. L’ambientalismo che diventa un cappio al collo. Per questo il pronostico è che entro ferragosto la Belvedere ottenga il via libera definitivo dalla Conferenza dei Servizi dopo che Pd e Idv provinciali hanno già concesso il loro sì.
 


TUTTO CIÒ, ovviamente, Macelloni lo sa benissimo, coccolandosi la sua discarica come fosse una miniera d’oro (non a caso sul sito, fra la spazzatura e i fiori messi per l’occasione, organizza concerti di musica classica e sfilate di moda). «In fondo, avere un contenitore per i rifiuti che non faccia andare in emergenza il sistema dello smaltimento in Toscana è un atto di responsabilità», sorride mefistotelico il re Mida del pattume. Un atto di responsabilità da farsi pagare a peso d’oro. Altro che Napoli, questo è Bengodi. Chapeau.