MASSA CARRARA, 5 luglio 2011 - UN PROVVEDIMENTO per il sequestro preventivo di beni per oltre 1,2 milioni di euro è stato emesso dal gip Ermanno De Mattia su richiesta del pm Rossella Soffio a carico di Luciano Bertoneri, in qualità di presidente dal luglio 2005 al maggio 2010 della società pubblica Cermec che si occupa dello smaltimento dei rifiuti urbani indifferenziati di Massa e di Carrara. Il provvedimento è stato eseguito l’altra settimana dal comando provinciale della Guardia di Finanza. Ma secondo quanto conferma Bertoneri, le Fiamme Gialle non hanno trovato una così ingente disponibilità di denaro: «Per mia scelta personale — ha spiegato ieri al telefono l’ex presidente — io da sempre non ho beni. La Finanza ha trovato dei conti correnti in rosso e solo un mio risparmio personale di 3.650 euro e quello è quanto mi è stato posto sotto sequestro preventivo. Ho intestata a me anche una Fiat Bravo 1600 dell’anno 2000 ma non l’hanno voluta». Bertoneri, che ha affidato ad un avvocato di fiducia la propria difesa, non aggiunge altro e attende il proseguo delle indagini perché la sua posizione possa chiarirsi.

 

QUELLA del sequestro preventivo (anche detto sequestro per equivalente) è una misura che il legislatore ha esteso ai reati tributari solo recentemente — spiega la Finanza nel suo comunicato — e si rende applicabile per le violazioni fiscali di carattere penale commesse a partire dal 2007. Per questo motivo, dunque, il pubblico ministero ha chiesto il provvedimento a carico solo di Bertoneri e non anche di Roberto Vaira, presidente di Cermec dal 1997 al luglio 2005, coindagato per il periodo 2002-2005.

 

IL SEQUESTRO preventivo a carico di Bertoneri, infatti, rientra nell’inchiesta aperta su Cermec dopo la denuncia presentata nell’ottobre 2010 alla Procura dai nuovi vertici societari e dai soci (i Comuni di Massa e di Carrara e la Provincia). La Finanza presentò negli uffici di Cermec in via Pascoli e in via Dorsale il 10 febbraio scorso per un accertamento sugli adempimenti contabili e fiscali del periodo 2002 - 2011. Per diversi giorni i militari consultarono e acquisirono documentazione, giungendo ad ipotizzare una evasione di imposte per circa 3,7 milioni di euro. La cifra di 1,2 milioni, quella del sequestro preventivo chiesto a carico di Bertoneri, corrisponde all’evasione contestata per tre annualità.


 

IN PARTICOLARE, la Finanza ha monitorato i rapporti intercorsi tra Cermec e Delca spa di Vicopisano, società che curava il trasporto dei sovvalli in impianti fuori provincia. Da questi accertamenti è emersa «la registrazione di numerose fatture emesse da Delca spa che presentavano evidenti profili di irregolarità, soprattutto perché, in buona parte, compilate a fronte di prestazioni mai effettuate, per il periodo 2003-2008». Talora le false fatture sono state “corrette” dalla stessa Delca con note di credito, mentre in molti casi — spiega la Finanza — sono stati emessi documenti fiscali senza che fosse stato effettuato alcun servizio di trasporto o con trasporto effettuato in rilevante ritardo rispetto alla data di emissione del documento, con ciò integrando violazioni alla normativa fiscale, anche sotto l’aspetto penale. Le false fatture hanno consentito a Cermec di beneficiare indebitamente di Iva a credito, abbattendo così il complessivo carico fiscale e realizzando un risparmio d’imposta altrimenti non spettante. I militari hanno individuato un centinaio di fatture per operazioni inesistenti, per un imponibile di oltre 16,5 milioni di euro ed Iva evasa pari a circa 1,7 milioni. Oltre a queste «sono state riscontrate ulteriori violazioni che hanno indotto a ritenere “non fedele” la dichiarazione fiscale presentata da Cermec con riflessi di carattere penale, con un’evasione Iva di oltre 1,6 milioni. Per il 2009, inoltre, sono state riscontrate violazioni per omessi versamenti di imposta per circa 400 mila euro». In definitiva, l’attività d’indagine ha fatto emergere una evasione ai fini Iva di 3,7 milioni. Da qui la contestazione, a carico dei due ex presidenti di Cermec Luciano Bertoneri e Roberto Vaira, del reato di “dichiarazione infedele”. Indagato anche il legale rappresentante di Delca, Domenico Del Carlo, per l’emissione delle false fatture.