Toscana, 4 giugno 2011 - AEROPORTO DI PERETOLA: l’ipotesi di potenziamento con la nuova pista parallela andrà avanti... adagio. Praticamente c’è uno stop nell’adozione della variante al Pit, il «piano d’indirizzo territoriale» della Piana fiorentina. Il consiglio regionale la farà slittare di quattro cinque mesi: da giugno a ottobre-novembre. Significa che anche l’approvazione definitiva, che secondo il presidente della Regione, Enrico Rossi, avrebbe dovuto avvenire entro la fine del 2011, sarà spostata, orientativamente, a metà del 2012. Sollevando probabilmente problemi con l’Enac che aveva condizionato l’inserimento di Firenze nella «fascia strategica», la più alta, degli aeroporti italiani, subordinando la classificazione al potenziamento dello scalo con la nuova pista.
 

 

Perché lo slittamento? Ufficialmente, a Palazzo Panciatichi si dice che i tempi si sono dilatati per via delle audizioni prolungate. Nel calendario delle commissioni ambiente e trasporti ci sarebbero altri soggetti istituzionali da ascoltare. Ma si tende anche a puntare il dito sulla giunta, in particolare sull’assessorato all’urbanistica guidato da Anna Marson (Idv), che si sarebbe impegnata a modificare parte dei vincoli del Parco della Piana, cioè a «imbiancare» meno il parco della Piana. Soprattutto a correggere alcuni errori come la cancellazione degli insediamenti previsti a Gonfienti, l’Interporto della Toscana Centrale, zona destinata a infrastrutture per le merci e non a parco agricolo.

 

MA SEMPRE da Palazzo Panciatichi arrivano sussurri di un compromesso interno al Pd. Quale? In sintesi le cose starebbero così: il Pit, con l’ipotesi della pista parallela, va avanti; ma lo slittamento dell’«adozione» darà ai comuni della Piana (Prato, Campi, Sesto Fiorentino, Signa Calenzano e soprattutto Prato) quattro-cinque mesi di tempo per completare l’iter delle concessioni edilizie già avviate. Che non sono ancora bloccate perché il provvedimento della giunta del febbraio scorso non ha valore vincolante: come invece lo avrà la procedura di «adozione» del Pit, equivalente a una pre-approvazione, ossia un atto che «congela» il territorio in attesa delle osservazioni dei cittadini e delle macchinose procedure.
 

 

Far slittare l’«adozione» significa far vivere «un’estate di fuoco» agli uffici urbanistica dei comuni della Piana, che avranno così la possibilità di completare le pratiche avviate. Per esempio quelle di alcuni imprenditori pratesi che avevano chiesto e ottenuto finanziamenti dalle banche e che, insieme ai settemila ettari del parco, avevano visto «imbiancare» anche progetti e aspirazioni.

STANDO così le cose, la società Adf, che gestisce l’aeroporto di Peretola, dovrà aspettare di avere certezze (ossia il nuovo Pit) prima di presentare il progetto della nuova pista con annessi e connessi. In sostanza viene segnato un altro inquietante rinvio all’aspettativa principale: quella di dare allo scalo di Firenze (che proprio oggi celebra i suoi primi ottant’anni) quel potenziamento e quella sicurezza capace di farlo diventare, grazie all’integrazione con Pisa, il «terzo polo aeroportuale d’Italia».