Toscana, 26 maggio 2011 - QUATTROMILA posti di lavoro a rischio nell’indotto e 200 aziende che vantano crediti dall’azienda pari a circa 150 milioni di euro che potrebbero essere trascinati a fondo dal paventato crollo del colosso dell’edilizia Btp. Crollo causato dal ritardo ‘endemico’ delle grandi opere e cantieri per infrastrutture aggravato da una crisi economica e anche dalle vicende giudiziarie che hanno decapitato i vertici dell’azienda. Da febbraio la sorte della Btp è affidata a un amministratore giudiziale, Bruno Inzitari, nominato dal Tribunale di Prato che sta lavorando per ripianare il debito.


Sugli scenari possibili, confronto serrato in assemblea a Calenzano (sede legale dell’aziendaI, tra i lavoratori della Btp, ma anche i fornitori e le imprese dell’indotto, con le istituzioni. Palpabile il timore dei lavoratori ed in particolare di quelli della sede di Calenzano che, probabilmente, sarebbero i primi sacrificati in caso di una cessione del ramo d’azienda della Btp.

I GRANDI CONTRATTI pubblici, terza corsia, variante di valico e Quadrilatero, la grande strada in costruzione tra Umbria e Marche, sono bloccati al momento e alcuni contratti, anche nel settore privato sono stati rescissi. Ma è indubbio che in la Btp sia ancora particolarmente appetibile, viste le commesse: si è parlato di un possibile interesse all’acquisto da parte del grande gruppo austro tedesco Strabag (che lavora con Btp per il Quadrilatero), di Impresa Costruzioni e di Toto Costruzioni Generali ma conferme ufficiali, per ora, non ci sono. La sensazione è che debba essere messa in atto una lotta contro il tempo per salvare la Btp: «Il tempo stringe e le potenzialità di intervento sono ristrette - ha spiegato senza mezzi termini il presidente della Provincia di Prato Lamberto Gestri- come istituzioni faremo tutto quello che è possibile».

Per il dottor Mario Porcaro, commercialista che ha curato gli interessi di Btp ci sarebbero margini di salvezza per l’azienda: «La Btp si può salvare- ha detto in assemblea- vanta gli stessi crediti, 700 milioni di euro, dei debiti: attivo e passivo sono uguali. Basterebbe sbloccare 250 milioni di crediti del settore immobiliare e forse potrebbe salvarsi». Ieri intanto, a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della Regione Toscana, il presidente della Regione Enrico Rossi accompagnato dall’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini ha incontrato l’assessore giudiziale della Btp: «Faremo tutto il possibile per aiutare operai, tecnici, impiegati e diretti e indiretti -ha commentato alla fine Rossi -.

L’IDEA è quella di sperimentare forme di intervento e sostegno delle piccole imprese e, fatte alcune verifiche, nei prossimi giorni convocheremo sindacati e associazioni di categoria». Intanto la crisi investe altre realtà importanti della Toscana: è stato durissimo, ad esempio, il contraccolpo per il Consorzio Etruria, che avrebbe dovuto realizzare l’intervento, della scelta di non realizzare il negozio del colosso svedese, Ikea, a Vecchiano in provincia di Pisa. Cento milioni di investimenti svaniti, per ora.