Toscana, 7 aprile 2011 -  LA CIFRA fa spavento: la politica in Toscana costa 1,16 miliardi di euro all’anno. Il che significa che per mantenere annualmente le macchine amministrative di Regione, Province e Comuni, ogni contribuente toscano si toglie di tasca 541 euro.

Una cifra più alta di una pensione sociale e che corrisponde alla metà di uno stipendio medio di un operaio. Nel dettaglio, solo per pagare i politici toscani servono 230 milioni di euro, mentre i 24.337 tra incarichi, consulenze, indennità e gettoni di presenza nei vari Cda, tutti in mano a personaggi della politica, costano altri 930 milioni di euro. Una vergogna, più che uno spavento.
 

E’ quanto risulta da una ricerca della Uil toscana, presentata ieri al convegno promosso dal sindacato Meno soldi alla politica = più soldi per il lavoro. Vito Marchiani è il segretario toscano del sindacato e uno dei promotori del convegno.


Come mai questa iniziativa?
«La nostra è una campagna che stiamo facendo in tutta Italia perché la situazione sta diventando insostenibile. Oggi la politica assorbe troppe risorse che invece potrebbero essere utilizzate per l’economia e le politiche sociali»


Una denuncia forte...
«Anche perché, per trovare nuove risorse la politica sta aumentando le tasse a spese del contribuente».


Faccia un esempio...
«In questi giorni il comune di Carrara ha aumentato l’addizionale Irpef. Siccome ci battiamo per non aumentare la pressione fiscale, diciamo alla politica di tagliare da subito tutti i costi impropri».


Lei ne vede molti?
«Moltissimi. Mentre chiediamo rigore, la Regione non riesce a chiudere le Apt, a ridurre gli Ato, e continua a creare nuovi enti per moltiplicare le poltrone per altro personale politico».


A quali enti pensa?
«Alle unioni comunali, ad esempio, enti inutili, costosi, di intralcio e di conflitto con la programmazione dei singoli comuni».


Andiamo avanti...
«Mi chiedo poi che senso abbia avere in ogni città, anche nelle più piccole, i consigli di circoscrizione. Quando nacquero, questi si basavano sul volontariato, oggi invece i politici sono tutti pagati. Una follia. Anche pericolosa».


Perché?
«Perché è sbagliato che qualsiasi incarico, anche il più piccolo e insignificante, debba essere gettonato. Così la politica non è più vista come passione civile, ma diventa appannaggio di chi cerca spazio per interessi personali».


Risparmiare sarebbe possibile?
«Possibilissimo, basta volerlo. Intanto si potrebbe iniziare con indennità più sobrie per chi fa politica, quindi riducendo il numero degli assessori e dei consiglieri. Non solo».


Prego.
«Se poi guardiamo alle cifre ci si accorge che in Toscana il costo per pagare i politici è diverso da provincia in provincia. Mentre a Pistoia il costo è di 2 euro ad abitante, a Firenze sale a 12 euro».


Immagino che lei inviti a uniformarsi verso il basso...
«Appunto. E vado avanti: in Toscana abbiamo un dirigente della pubblica amministrazione ogni 8.043 abitanti, in Veneto ce n’è uno ogni 13.000 in Lombardia uno ogni 16.000».


A dire che razionalizzare è possibilissimo anche qui...
«Contenendo le spese superflue e razionalizzando i costi, si potrebbe arrivare a un risparmio di 257,6 milioni di euro, che equivale a 120 euro a contribuente. Se a lei pare poco...».