Giovedì 25 Aprile 2024

Thailandia, il generale golpista Prayut Chan-O-Cha è il nuovo premier

Il nuovo uomo forte thailandese si propone di eliminare la corruzione e rimettere in moto l'economia del Paese

Prayuth Chan-ocha, nuovo premier thailandese (Ansa)

Prayuth Chan-ocha, nuovo premier thailandese (Ansa)

Bangkok, 21 agosto 2014 - L'Assemblea nazionale thailandese ha ratificato la giunta militare nata dal recente colpo di Stato. Con 191 voti su 197, il generale Prayut Chan-O-Cha è diventato formalmente il capo del governo del paese asiatico. Il colpo di Stato era stato compiuto senza spargimento di sangue il 22 maggio scorso. 

La nomina del generale conferma come l'assetto istituzionale della Thailandia sia stato stravolto negli ultimi tre mesi, con un graduale accentramento del potere nelle mani del nuovo 'uomo forte' Prayuth, 60 anni, senza un'opposizione politica e con sempre più rare voci di dissenso anche nel mondo dei media. 

Il nuovo premier guiderà ora un gabinetto di 35 ministri, che sarà formato a settembre. La nuova Assemblea legislativa nazionale, nominata dalla giunta a luglio, si era già dimostrata completamente supina di fronte alla legge finanziaria introdotta dai militari. 

Prayuth, che prima del golpe aveva ripetutamente escluso un colpo di Stato mentre il Paese era in preda a prolungate proteste anti-governative, si mostra alla nazione ogni venerdì in discorsi televisivi dal tono nazionalistico, in cui si propone come un padre severo ma intenzionato a "restituire la felicità alla Thailandia" (come da titolo di una canzone da lui composta), eliminando la corruzione e rimettendo in moto l'economia. Il generale e ora premier ha delineato una road map in tre fasi - riconciliazione nazionale, formazione di un nuovo governo ed elezioni a fine 2015 -, procedendo nel frattempo al riassetto istituzionale. 

La Costituzione (scritta dai militari dopo il golpe del 2006) è stata stracciata e i funzionari fedeli all'ex primo ministro Thaksin Shinawatra sono stati estromessi con sistematiche purghe. Molti analisti credono che il vero obiettivo sia limitare l'influenza politica di Thaksin, il cui blocco elettorale ha vinto ogni elezione dal 2001 appoggiandosi in particolare sul voto delle classi medio-basse nel popoloso nord, con conseguente frustrazione della borghesia di Bangkok e del sud nazionalista.