Firenze, 20 ottobre 2014 - Caro direttore, adesso anche i droni con le bandiere "politiche" che scatenano furiose reazioni. Sono rimasto colpito dai disordini di Serbia-Albania ma pare che nessuno faccia niente per evitare che le competizioni sportive a livello internazionale trascendano oltre l’agonismo. Ma non c’era il Daspo a fermare i teppisti? Carlo Santini, via mail
Ricordate i disordini dell’ottobre 2010? "Ivan il terribile" in piedi sulle cancellate di Marassi a tenere sotto scacco una partita e la credibilità del nostro Paese. Se l’è cavata con l’espulsione e il divieto di farsi un’altra girata in Italia. Se si fosse beccato quattro anni, senza sconti, l’altro giorno non sarebbe stato di nuovo in campo durante gli scontri di Serbia-Albania. Non si capisce perché possa tornare a fare i suoi comodi un signore che anche a Belgrado picchia i poliziotti, esce dal carcere e torna di nuovo allo stadio. Il problema della sicurezza è continentale ma non mi pare giusto che si possa mettere sullo stesso piano uno che dà del cornuto all’arbitro e un altro che rischia di scatenare una guerra civile. Ecco perché, se la giustizia ordinaria, né in Italia né in Serbia, può fare il suo corso, ci pensi almeno la giustizia sportiva a sanzionare in maniera esemplare i giocatori che incitano alla violenza e le nazionali che non sanno tenere a bada i propri tifosi. Poi l’Uefa condanni anche se stessa per un calendario che era una sorta di istigazione a delinquere.