Affitti scandalo di Roma, figli delle solite clientele

Risponde l'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

Firenze, 7 febbraio 2016 - CARO MANCINI solo oggi hanno scoperto che il Comune di Roma dava case di sua proprietà, in affitto per poche decine di euro. Ma come è possibile non accorgersi di un tale scandalo? Mi chiedo quanti altri casi che non conosciamo, sono figli della negligenza della pubblica amministrazione.

Sergio Luci, via mail

SONO FIGLI, caro Sergio, della negligenza e della cattiva fede. Che nasce da un sistema clientelare con radici antiche, che ancora resiste nonostante tutte le “affittopoli” venute alla luce. Solo di recente gli enti pubblici si sono accorti - o hanno fatto finta di accorgersi - dell’immenso patrimonio immobiliare di cui sono proprietari e di come sia gestito con allegria. Cioè esattamente al contrario di come ciascuno di noi gestirebbe un bene privato. Ma qui, per decenni, non c’è stato chi abbia controllato, e tante amministrazioni ignoravano perfino l’esistenza di locali, edifici, alloggi, affittati magari a cifre di favore che, oltretutto, nessuno si preoccupava di riscuotere. Quando lo Stato ha smesso di trasferire ricchi contributi ai Comuni, qualche amministratore locale costretto ad arrangiarsi, si è accorto quanto fosse inesplorato l’universo dei beni immobili. Un vero bengodi, del quale era sconosciuta perfino la mappa completa. A Firenze la svolta c’è stata negli anni Novanta, quando Palazzo Vecchio scoprì che appartamenti di pregio, in pieno centro storico, e ristoranti con vista panoramica al piazzale Michelangelo o lungo l’Arno, non contenti di pagare appena poche centinaia (a volte decine) di migliaia di lire, accumulavano arretrati che nessuno esigeva. Più o meno come succede oggi a Roma. La frenesia di mettere in vendita immobili di proprietà pubblica - è successo negli ultimi anni - ha alleggerito il peso dello spreco che premeva sulla cassa e sulla coscienza, ma non ha pulito tutto il fango accumulato. Credevamo di essere arrivati al fondo del barile e invece c’è ancora tanto marcio da raschiare. E io credo, caro Sergio, che non soltanto Roma sia in queste condizioni: immagini quante Regioni - e forse Comuni - in Italia, avranno perso il conto delle loro proprietà, e immagini quanti soldi potrebbero essere recuperati. La cronaca ci ha abituati a non meravigliarci più dei rapporti politico-affaristici degli amministratori locali, ma in un Paese che si dice moderno e vuole cambiare verso, questo non è più tollerabile. Che siano pochi o tanti, è un esercito di senza vergogna da mandare a casa prima possibile. Possibilmente non in una casa del Comune.

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